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THE WIRE - STAGIONE 1 regia di Joe Chappelle, Ernest R. Dickerson, Clark Johnson, Ed Bianchi, Steve Shill, Daniel Attias, Timothy Van Patten, Agnieszka Holland, Brad Anderson, altri

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elio91     9 / 10  30/01/2014 09:50:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una volta entrati nel ritmo lento e riflessivo di The Wire, nelle sue fisime documentaristiche e nella mole di personaggi scavati a fondo, dopo aver compreso il realismo del tutto e soprattutto dopo essersi scrollati di dosso la sensazione che sia una serie fredda (Terry me lo fece notare quando davo troppa importanza alla cosa, ci sono scene e dialoghi troppo "caldi" che rimangono impressi e commuovono), basterà affezionarsi un tantino a McNulty (uno a caso su tantissimi personaggi) per entrare nel giro.
La prima stagione la voto senza averla rivista, mentre sto seguendo la seconda, e lo faccio con moltissimi episodi ancora bene incastonati nella mente, o più che altro situazioni.
Vero che c'è pochissima azione ma è compensata da momenti di tensione psicologica o comunque dalle relazioni tra gli svariati personaggi e la rete che si viene a creare tra di loro.
La dinamica principale nella prima serie si concentra su una gang di spacciatori e i tentativi della polizia di Baltimora di fermarli. Molto semplice, forse addirittura banale fin qui, ma in realtà David Simon, ex giornalista e creatore, sceneggiatore e produttore di altre serie da tenere d'occhio (Treme, ancora in corso) con occhio analitico va molto più a fondo svelando intrallazzi e meccanismi che in un poliziesco "canonico" non vedrete neanche tra cent'anni. Il gioco dello scaricabarile, punizioni, arrivismo, denaro, politica sono problemi all'ordine del giorno con cui i personaggi, seriamente interessati a fare il loro lavoro, devono scontrarsi fino alla paralisi. Altro che corruzione.
La seconda stagione da quello che sto vedendo è addirittura migliore.
Ora come Terry sarà dura disintossicarmi. Sono entrato nel giro.
Terry Malloy  06/02/2014 00:52:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In ogni caso, io credo che tu abbia ragione a dire che sia una serie "fredda". Oltre ai punti caldi (che se ci pensi sono confinati in personaggi subliminari come Bubbs, Omar, D'Angelo, la poliziotta Russell, ma mai all'intreccio principale, quello costituito da buoni e cattivi), la serie tv è costruita come un piatto freddo. Ma deve essere così. Il continuo muro di impenetrabilità del crimine per i nostri poliziotti-sognatori guidati da Daniels deve poter essere digerito dallo spettatore come facente parte di quel sistema kafkiano che è diventato la "caccia al ladro di oggi", senza particolari traumi emotivo-estetici. Il motivo per cui questa serie è gigantesca sta nel fatto che ti abitua a fare i conti con la realtà che tutti i giorni dobbiamo dimenticare quando ci svegliamo come uomini e cittadini. Il fatto che l'ideale romantico di giustizia che abbiamo, quasi come dato naturale del nostro essere idealisti e sognatori, è per l'appunto un mero ideale sentimentale. Ma il bello è che la serie riesce sempre a stare in bilico tra cinismo, realismo e una sorta di fantasticheria sognante, ingenua, uno scoprire continuamente, nonostante la consapevolezza terribile del sistema, che c'è una ragione per giocare un altro po' a fare gli onesti cittadini (e poliziotti). A questo titolo, è bellissimo il finale della seconda.
Poi io sono sempre viziato dalla tendenza a parlare delle serie quando non ancora terminate. Però è più forte di me, e quest'opera è meravigliosa.
elio91  06/02/2014 10:55:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Analisi perfetta, Terry, non sarei capace di aggiungere altro.
Terry Malloy  06/02/2014 19:53:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie vecchione. :)
Terry Malloy  06/02/2014 00:45:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Addirittura DUE volte? Ahahaha! Onore.

Finita la seconda qualche minuto fa. Pazzesca.