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I SOPRANO - STAGIONE 3 regia di Timothy Van Patten, John Patterson, Allen Coulter, Alan Taylor, Henry Bronchtein, Jack Bender, Steve Buscemi, Daniel Attias, Lee Tamahori, Mike Figgis, Peter Bogdanovich, altri

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Woodman     9½ / 10  29/05/2014 20:03:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In assoluto la stagione più violenta e tumultuosa.

La storia del depresso, travagliato boss Tony Soprano, che finisce nello studio di una strizzacervelli a vomitare anima e corpo, prosegue e trova in questa stagione il lato più oscuro, complici le sottotrame assai tragiche e raggelanti.

Entrano in scena personaggi indelebili ed emblematici (Ralphie, Gloria Trillo, Jackie Jr.), assistiamo all'imbarazzante e liberatoria veglia dell'infida, memorabile Livia Soprano, seguiamo i tormenti di Carmela -che passa dagli psichiatri ai parroci più disparati-, ci preoccupiamo/divertiamo con le biricchinate di A.J. e dell'insopportabile Janice, ci disgustiamo davanti a uno dei più disturbanti momenti dell'intera serie -forse il più violento e agghiacciante in assoluto-, per mano dello psicopatico Ralph Cifaretto, villain stratosferico che subentra a Richie Aprile, nel sadico episodio "University", talmente programmatico nel generare rabbia e ghignarci in faccia con cinismo sulle note dei Kinks da ricordarci le dinamiche del perverso Von Trier, ci disperiamo e sconvolgiamo dinanzi alla tormentata, regale figura dell'amante Gloria (la Sciorra conferisce al personaggio uno spessore grandioso e una tragicità da vittima shakesperiana), ci angosciamo per la progressiva deriva di Jackie Jr., restiamo increduli davanti a un ennesimo, straordinario mosaico di psicologie fragili e complessissime, estreme, colossali.
Fra gli attori spiccano al solito la Falco (che con "Second Opinion" ha vinto il secondo Emmy), Imperioli (sempre più grande) e il perverso Pantoliano. Sirico ci regala un Paulie sempre più irresistibile, mentre la De Matteo diventa sempre più presente, il personaggio di Adriana inizia ad affascinare per davvero, incosciente com'è dell'imminente rischio che la porterà a confrontarsi con i propri intensi sentimenti e la realtà illusoria in cui annaspa.

Come al solito ogni episodio è una gemma di fine struttura e radicale complessità, metaforica e fantastica, con picchi di onirismo pregiato e contrasti di generi, oltre ad una sconfinata e ricchissima vastità di temi e situazioni. Perfetto il divertito prologo, che ci ripresenta i protagonisti man mano che i federali si mimetizzano e spiano il mondo dei mafia boys.
Straordinari gli sviluppi narrativi di "Fortunate son" e "To save us all from Satan's power", ricchissimi di sfaccettature su più piani.
Si staccano in modo particolare gli ultimi tre episodi: il celebratissimo "Pine Barrens", diretto da Buscemi, che passa a più riprese dal registro ironico ad uno estremamente inquietante e suggestivo, con magistrali fluidità e disinvoltura; "Amour fou" che presenta un momento tostissimo, di allucinante mortificazione per lo spettatore e i personaggi interessati, durante lo scontro Tony-Gloria, e ci lascia col fiato sospeso mentre Patsy Parisi torna a casa e Ralph mente viscidamente a Rosalie sulla sorte del disgraziato Jackie Jr. (dimenticavo la pazzeschissima scena del tentato rifacimento della rapina, davvero assurda, che segna un epilogo drammatico causato dalla malvagità sottile e subdola di Cifaretto); "Army of one", un finale di stagione sublime, che si snoda attorno e davanti a un funerale importante, procede fra situazioni grottesche e slanci drammatici malinconici, sino alle ultime scene con la memorabile interpretazione di Junior di "Core 'ngrato", fra pennellate kitsch e rusticheggianti, che poi sfumano e sprofondano nei bui recessi dell'inaccessibile, invisibile animo perverso e inevitabilmente bugiardo di tutti i protagonisti, sulle campionature terrificanti e destabilizzanti di Aphex Twin.

Un capolavoro mai smentitosi.