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A PROPOSITO DI DAVIS regia di Ethan Coen, Joel Coen

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Satyr     7½ / 10  11/02/2014 11:36:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La scena folk-revival newyorchese dei primi anni '60 con schiere di cantanti pronti a riempire i locali del Village un attimo prima che il genere fosse definitivamente rivoluzionato da Bob Dylan. E'in questo quadro che emerge la figura di Llewyn Davis, il più classico degli antieroi coeniani immerso in una storia sconclusionata dalla prima all'ultima sequenza.

Il registro è meno grottesco del solito (anche se, l'ingresso in scena di John Goodman e il suo "valletto", riporta tutto su quelle coordinate a cui siamo tanto abituati) e forse è anche per questo che non sta riscuotendo il successo che merita tra il pubblico. Però, rimane un film dei Coen al 100 x 100: sconfitta e fallimento racchiusi nello sguardo di Oscar Isaac, splendido loser alla disperata ricerca della sua definitiva evoluzione.

A me è piaciuto parecchio, anche perchè, se proprio vogliamo trovare una novità, per la prima volta in 20 anni di cinema emerge l'empatia a dispetto del classico sguardo freddo e distaccato con cui i Coen inquadrano da sempre i loro personaggi. E per quanto mi riguarda è una svolta riuscitissima.
Invia una mail all'autore del commento cash  11/02/2014 13:13:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Scusa, ma perchè "Antieroe" e "splendido looser"?
A me pare che i Coen abbiano voluto invece far rilevare l'esatto opposto; Davis è uno squallido arrivista che considera la vita degli altri come indegna di essere vissuta. Ma, essendo un fallito, per andare avanti è costretto a chiedere costantemente aiuto a tutti gli indegni. E'un parassita, un personaggio totalmente negativo e da fucilazione; non ha il fascino di un Bohemien, non ha l'argutezza di un cinico leboeskiano, non ha talento per emergere e non ha l'intelligenza per comprendere il talento altrui (quando rifiuta le royalties).

Se c'è un messaggio in questa fogna di film, per me è proprio il destino fallimentare che viene riservato ad un fallito che ha solo connotazioni negative.
Satyr  11/02/2014 17:52:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma le royaliti le risquote perchè sta alla canna del gas e
Il fatto di non riconoscere il talento altrui è discutibile:
quella è semplicemte roba che vende. Lui di talento
ne ha parecchio, solo che nessuno "ci vede i soldi"
(proprio come gli dice il tizio di Chicago). Insomma,
di storie come la sua è pieno il mondo in tutti i campi.
Un parassita si, ma un uomo senza talento secondo me
no. Poi come ho scritto, ho adorato la svolta empatica,
altro che cesso di film.
Invia una mail all'autore del commento cash  11/02/2014 18:58:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Secondo me è talento; i tizi in sala hanno presentato un brano alla Bealtes, molto yellow submarine. Talento è anche riconoscere di essere fuori epoca, e di non valere molto più di un vagabondo intrattenitore per amici di amici (il professorone). E'vero, il mondo è pieno di gente come lui, e infatti merita di fallire miseramente,

Non ce la vedo molto come storia del talentuoso dalle ali tarpate, ci vedo piuttosto un fallito parassita.

Sei sicuro sui diritti? A me par di ricordare che rinunci, incassando invece l'assegno di 200 dollari.

no, pe rme è un film cesso come non ne vedevo da anni; non ha una storia da raccontare, e in effetti non la racconta. Dvvero, mi pare una modesta puntata di uno di quei serial che conosciamo alla perfezione. Boh.
Satyr  11/02/2014 19:19:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si infatti hai ragione, volevo dire che incassa direttamente
l'assegno rinunciando ai diritti perchè è alla canna del
gas. Però dai, ora chi non vende o chi non si accorge di
essere fuori tempo massimo merita di fallire? Quanti
gruppacci ascolti che in vita loro hanno venduto 5 dischi
compresi i parenti? E li ami tutt'ora? E maledici la gente
scema che non se li caca?
Invia una mail all'autore del commento cash  11/02/2014 20:09:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
No, non ho detto questo. E'che tu parti dal presupposto che Davis abbia del talento, ma è davvero una goccia nel mare. Il famoso produttore "non ci vede molti soldi", ma è chiaro che un talento è in grado di riconoscerlo. Non è un caso che nessuno si accorga di questo suo fantomatico talento, anzi. Solo la sontuosa coppia vuole sentire le sue canzoni, ma quelle del duo, non quelle sue.

Boh, io ho inteso così; a questo punto o è sbagliato lui o tutto il mondo che lo circonda.
Invia una mail all'autore del commento cash  11/02/2014 20:21:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Edit: stiamo parlando di uno che non riesce più a trovare un ingaggio manco di striscio, tanto da esser costretto ad accettare serate nell'unico locale che sembra volerlo ospitare. Ora, tutto il complottismo del mondo, ma da qui a contrapporre l'epoca sbagliata e l'antieroe giusto, non so; è più probabile il contrario. Tant'è vero che poi compare Dylan; il vero talento è sempre riconosciuto, quello elitario un po'puzza.
debaser  12/02/2014 10:38:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non e' vero che l'impresario non gli riconosce iltalento, Ma al contrario lui ha talento ma non ha il phisique du role del folksinger, per cui gli offre il posto in un trio dov elui non sarebbe il frontman e gli consiglia di tornare al due con cui aveva cominciato, proprio perche ha talento ma non puo' vendere lui come star assoluta.
debaser  12/02/2014 10:38:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
duo