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11' 09 regia di Youssef Chahaine, Amos Gitai, Shohei Imamura, Alejandro Gonzalez Inarritu, Claude Lelouch

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ULTRAVIOLENCE78     10 / 10  08/09/2009 07:56:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Alejandro Gonzalez Inarritu aveva capito che non si poteva rappresentare l'irrapresentabile. Niente cinema, niente sequenze, niente trama. Solo qualche flash e il resto lasciato al senso d'impotenza e spaesamento espresso dalla concitazione di chi tenta di descrivere qualcosa, trovandosi di fronte all'inenarrabile. Di un'essenzialità micidiale: l'assurdo della realtà trasmesso senza alcuna mediazione artificiosa, ma solo con l'impatto emotivo del momento. Un turbinare di frastuoni e una babele di voci immerse nel disorientamento, dalle quali emerge la percezione lancinante del caos che irrompe inspiegabilmente. Dopodichè una sola domanda, diretta e immediata: “La luce di Dio ci guida o ci acceca?”
Se l'ipertrofia dell'immagine telegiornalistica depotenzia la portata tragica dell'evento, allora non rimane che ridurre tutto a qualche “frame”: “oscurare” e "de-spettacolizzare" per giungere al cuore del dramma vissuto individualmente e collettivamente.
julian  15/09/2009 00:05:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non avrei saputo commentare meglio.
ULTRAVIOLENCE78  15/09/2009 09:12:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Troppo bbono, troppo bbono...
Grazie.
julian  15/09/2009 21:42:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
No dico davvero. Hai descritto tutto quello che ho provato io e hai spiegato con parole che non avrei saputo trovare. Questo corto è mostruoso e Inarritu è un genio.
Ciumi  18/09/2009 07:19:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
M'ero dimenticato di dirtelo: anche se ancora il film non l'ho visto (ma lo sto scaricando, e un po' me lo posso immaginare), il tuo commento è molto bello. Di grande impatto l'immagine della Babele di voci disorientate.
ULTRAVIOLENCE78  18/09/2009 13:58:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi fa piacere che ti sia piaciuto. Ok, vedilo e poi fammi sapere.
Ciumi  30/09/2009 17:52:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Visto. Ed ora capisco perché ti sei soffermato unicamente sull’episodio di Inarritu. Se il voto dovesse riferirsi esclusivamente ad esso, sarebbe un 10 senza ripensamenti. Non tutti gli episodi però raggiungono quel valore artistico.
Comunque grazie davvero per il consiglio. Quello di Inarritu è forse il momento cinematografico più intensamente elevato offertoci in quest’inizio di millennio.

ULTRAVIOLENCE78  30/09/2009 19:59:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se per caso t'interessa un altro film che considero un capolavoro, ti consiglio JADE di Friedkin, la cui rece è peraltro di prossima uscita. 10 e soltanto 10 per questa straordinaria opera metacinematografica, altro che il 3,75 di media...
Ciumi  30/09/2009 20:20:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì, ho visto che hai mandato la recensione di questo film. Ci darò un'occhiata. Di Friedkin tra l'altro ho da poco visto Bug, che non mi è affatto dispiaciuto. Certo che la media è davvero scoraggiante...
ULTRAVIOLENCE78  30/09/2009 20:27:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' scoraggiante solo perchè non ne hanno capito il valore intrinseco, che va al di là della storia pura e semplice: colto quello, cambia tutta la prospettiva.
Ciumi  30/09/2009 20:33:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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ULTRAVIOLENCE78  30/09/2009 20:39:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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ULTRAVIOLENCE78  17/10/2009 17:41:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ERRATA CORRIGE:

Alejandro Gonzalez Iñárritu aveva capito che non si poteva rappresentare l'irrapresentabile. Niente cinema (tradizionale), niente sequenze, niente trama. Solo qualche flash e il resto lasciato al senso d'impotenza e spaesamento espresso dalla concitazione di chi tenta di descrivere qualcosa, trovandosi di fronte all'inenarrabile. Di un'essenzialità micidiale: l'assurdo della realtà trasmesso senza alcuna mediazione artificiosa, ma solo con l'impatto emotivo del momento. Un turbinare di frastuoni e una babele di voci gettate nel disorientamento, dalle quali emerge la percezione lancinante del caos che irrompe inspiegabilmente. Dopodichè una luce bianca e una sola domanda, diretta e immediata: “Does God’s light guide us, or blind us?”
Se l'ipertrofia dell'immagine telegiornalistica depotenzia la portata tragica dell'evento, allora non rimane che ridurre tutto a qualche “frame”: “oscurare” e "de-spettacolarizzare" per giungere al cuore del dramma vissuto individualmente e collettivamente.