Jolly Roger 7½ / 10 16/02/2014 13:51:11 » Rispondi La moglie di un poliziotto si trova davanti ad un dilemma terribile: suo marito, Alex, è in gravissime condizioni per l'esplosione di una bomba, a causa di una ritorsione criminale. Egli potrebbe vivere, ma la sua vita sarebbe terribile: resterebbe sordo, probabilmente anche cieco, con parti del corpo amputate e completamente paralizzato. Esiste un'alternativa: il suo cervello e la parte restante del suo corpo potrebbero essere impiantati su un cyborg. Che fare?! Naturalmente la scelta della moglie è la seconda, ed è assolutamente credibile e non biasimabile. Così come è credibile e struggente il dramma psicologico di Alex, quando si risveglia, dopo quattro mesi di coma, dentro un corpo…meccanico. Alex conserva tutti i ricordi e le emozioni, è praticamente lo stesso di prima dell'incidente. E' il suo corpo ad essere cambiato, è una macchina, verso la quale Alex manifesta una sorta di rigetto. Emblematica e terrificante la scena in cui il Dottor Gary Oldman mostra ad Alex quel che è rimasto del suo corpo organico, togliendogli il corpo robotico: resta solo la testa, il cuore, i polmoni e…una mano. Un'unica, isolata, mano. Quanta pena m'ha fatto quella mano..,.sta lì da sola ma dice un mondo di cose. Dice "abbiamo fatto di tutto per salvare il più possibile del tuo corpo..ma non era rimasto tanto". E ad Alex, vedendosi così riflesso in uno specchio, esce spontanea una frase: "Staccate la spina. Voglio morire".
La vita è qualcosa che va al di là della macchina. La scelta di staccare la spina è sbagliata, anche se deve essere sempre e comunque una scelta dell'individuo quella di trovar motivazioni sufficienti per andare avanti nonostante tutto. Allo stesso modo, è inutile tentare di cancellare le emozioni in un organismo, perché esse prima o poi torneranno, dato che sono più forti di qualsiasi software che sia stato creato per annullarle. Insomma, l'uomo di per sé non può rimpiazzare, in qualcuno, quel qualcosa che prima di qualsiasi altra cosa ha dato senso alla sua stessa esistenza. Ecco perché ROBOCOP è un film di fantascienza attuale, piacevole e godibile per tutti, non privo, inoltre, di una forte e crudele ironia verso i mass media e l'imperialismo moderno, giocosamente portata al parossismo da Samuel Jackson.
Robocop 2014 ben riflette il cambiamento di mentalità e di feelings della società negli ultimi 30 anni. Molta meno ossessione, rispetto al passato, nei confronti delle macchine e della robotica. Oggi viviamo tutti immersi nella tecnologia, non la temiamo e sappiamo quanto essa possa esserci d'aiuto. Oggi una delle paure più sentite non è più, come una volta, quella di essere sostituiti dai robot… bensì di quanto la tecnologia possa modificare la nostra vita, invadendola sempre di più, come accaduto in questi ultimi anni. Fino a che punto può continuare questo processo invasivo? Potrebbe addirittura arrivare all'integrazione fra uomo e macchina? Ai microchips impiantati nel cervello? O, addirittura, ai Cyborg? Del resto, abbiamo un cervello che potrebbe immagazzinare (e gestire) informazioni per 300 anni, ma che è "impiantato" in cima ad un corpo che se arriva a 100 anni è già tanto. E chi lo sa. L'idea però è stuzzicante, ma... diciamoci la verità, realisticamente è solo buon materiale per l'attuale (e futuro) cinema di fantascienza ;-)