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ALLACCIATE LE CINTURE regia di Ferzan Ozpetek

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Woodman     4 / 10  06/08/2014 23:18:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Schifoso film di Ozpetek, che dà alla sua deriva una dimensione tragica, siamo veramente davanti ad un possibile capolinea.

Inutile cantarsele e suonarsele, è un film BRUTTO, pessimo in tutto oltrechè letalmente coperto da uno strato di agghiacciante insulsaggine.
L'opera è un indigeribile cocktail di luoghi tristemente comuni del triste mondo vagheggiato e desiderato dal turco.
Troviamo la solita storiella d'amore tesa al mistico, la solita menzognera riflessione sociologica sui gay, la solita incapacità di dipingere le donne oltre il vago costumino carnevalesco della 1. mammina solerte e protettiva e 2. macchiette di inspiegabile eccesso lirico.
Qui addirittura si cade nel cattivo gusto involontario andando a pescare tale Arca, ex tron legacy o come c.azzo si chiamano quei cosi indicibili là, che è seriamente ripugnante e sempre più stridente col contesto, scena dopo scena.

Insomma, un delirio caramelloso e fastidiosissimo partorito da un Ozpetek più allupato del consueto, indeciso se bombarsi con la videocamera più Scicchittano (fra l'altro promettente) o più il rinTRONato farfuglione marmoreo.

Non si capisce cosa voglia fare nemmeno la salvabile Smutniak, sicuramente la meno scema della banda arc en ciel, ma non scherzano nemmeno Ricci e Signoris, notoriamente grandi ma qui sacrificate allo stereotipo ozpetekiano.
La Minaccioni, che ci prova da anni ma non vuole rassegnarsi al fatto che nessuno se la calcola, ci offre una prova di ricalco in gesso. Ricalco di tutti i suoi precedenti ruoletti insapori e logorroici offertigli in un' innumerevole sfilza di chiaviche televisive o similii.

Che dire della scena "di passione" nel letto d'ospedale? Il cattivo gusto al suo apice, io l'ho colto come un segno di fatale rintronamento per questo regista, che dal 2008 non ne azzecca una. La deriva è pressochè completa: semplicistico, approssimativo su più fronti, pedantissimo, enfatico, patinato, mieloso, insulso e trito.
Nemmeno tecnicamente se la passa meglio, non va bene la fotografia da mulino bianco, così come la regia, anonima e spenta, adeguatasi a una sceneggiatura bucherellata e traboccante didascalismo e ingenuità.

Un obbrobrio dal triste messaggio: Ozpetek ha preso prematuramente il volo per l'ospizio.

Un film incredibilmente sciocco.