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UN RAGIONEVOLE DUBBIO regia di Peter Howitt

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sev7en     5 / 10  23/03/2014 18:22:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un vincente procuratore distrettuale, dopo una nottata ad alto tasso alcolico, investe con l'auto un passante e lo lascia in una pozza di sangue ma l'uomo accusato di averlo ucciso si trova ad essere l'imputato di un processo con il nostro avvocato all'accusa.
Peter Howitt è un regista che nonostante possa risultate ai piu' sconosciuto, ha firmato pellicole del calibro di Sliding Doors, opere demenziali ma comunque godibili come Johnny English, commedie originali come Laws of Attraction e lungometraggi "sci-fi" come Synapse ma anche un film che, cercando di ammiccare tanto all'Ombra del diavolo quando al recente Prisoners, ha finito per firmare con un nome falso…
La vicenda prende spunto dal classico incidente che come un fulmine in pieno giorno squarcia la tranquilla-idilliaca vita di un procuratore distrettuale bello, ricco, potente e sfacciatamente felice. La vetrina che abbiamo è quella della famiglia Mulino Bianco tirata decisamente a lucido, proprio per cercare di evidenziare al massimo il punto di rottura pre-post, senza, tuttavia, centrare l'obiettivo.
Il cattivo di turno invece è Samuel L. Jackson che si limita a svolgere il compitino assegnato senza infamia ne lode, mostrando per tutta la durata del film un'unica maschera di cera, stile stoccafisso. La storia di per sé non sarebbe neanche male perché riesce ad inanellare la tempesta perfetta, quello 0,00001% che, in un modo nell'altro, fa comunque statistica e porta lo spettatore a riflettere sulle ben note leggi di Murphy quando se c'è qualcosa che può andar storto, di certo è già avvenuta. Il thriller però non convince e anzi lascia un senso di vuoto giungendo ai titoli di coda perché se inizialmente si spreca, letteralmente, tempo nel pennellare ad arte la famiglia modello verso il finale si assiste impotenti ad una tale accelerazione degli eventi da avere l'impressione che il regista avesse i minuti contati e fosse in apnea per le scene finali.
I buchi nella sceneggiatura sono numerosi e di peso considerando che stiamo valutando un thriller "forense" e senza voler fare spoiler, se questi sono gli agenti a Stelle e Strisce, è da tenerci stretti le nostre forze dell'ordine, un po' agli antipodi del CSI vs RIS.
Per quanto concerne invece l'ispirazione, all'Ombra del Diavolo va l'aspetto da uomo in carriera che rinuncia a tutto (Brad Pitt all'anima, il nostro al suo Giuramento) pur di primeggiare e a Prisoners per quella ricerca in solitaria del colpevole sebbene entrambi i paragoni siano decisamente arditi sul fronte "qualitativo".

In definitiva un film che si lascia guardare con un occhio e sfuocare con l'altro perché sarebbe difficile concentrare 10 decimi di vista sullo schermo senza lasciarsi distrarre del neon verde dell'EXIT door.

TheLory  23/03/2014 18:43:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
capperi pelosi, e io che lo volevo guardarlo stasera! a chi credere mò, a te o a quelli che hanno detto che è caruccio? non si capisce mai niente qua, uffa
farfy  23/03/2014 18:28:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sono d'accordo con te, l'abbiamo commentato praticamente nello stesso frangente! :)