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NYMPHOMANIAC - VOLUME 1 regia di Lars von Trier

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alessioscoop     1 / 10  28/06/2014 19:25:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ecco uno dei film che crea ulteriore degrado nella società. Tra l 'altro recitato male e molto forzato nella sceneggiatura. Un film che ho trovato disgustoso, nel vedere come una donna può arrivare a tanto nell 'avere più rapporti sessuali con un uomo.
Questo film diseduca alla famiglia vera. Quella famiglia dove una donna, deve dedicare tutta la vita. Una donna deve avere solo un marito. uno e per sempre. Non deve avere altri rapporti con nessuno.
L'uomo semmai può averli, ma la donna no.Solo con questa solida morale, la famiglia è duratura.
Questa pellicola,mira al contrario. a disfare le famiglie. Tra 'altro è inaudito come attori del calibro di Christian Slater, Uma Thurman, Willem Dafoe, si siano prestati a questo film,di degrado morale.Se volete che i vostri figli, crescano integri, evitate di fargli vedere questo film. Vi troverete poi delle figlie con una vita promiscua e instabile, e scusate la volgarità ma avrete in futuro solo una zoccola. Evitate questi film e date ai vostri figli tematiche correte per un rapporto affettivo duraturo e genuino.

un saluto
da alessio
hghgg  28/06/2014 23:47:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non so chi tu sia ma per 48 ore ripensando a questo commento sarò diviso tra il riso e il pianto...
Fluid-man  16/12/2014 09:28:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
È bruttissimo avere un sacco di concetti in testa che non sono in grado di esprimere quindi potrei non scrivere niente e stare zitto... Ma non voglio neanche che la gente non sappia che io sono stato anche qui, e qui ho letto un sacco di *******. Non esprimo la mia opinione perché non servirebbe a niente e perché comunque non ne sarei in grado.
oh dae-soo  02/07/2014 00:11:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ale, ma sei te?

Solo un saluto, poi sul film è meglio non confrontarsi :)

non sapevo fossi "tornato"
Filman  28/06/2014 23:48:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Da quando in qua il cinema è educazione e non arte (spesso e volentieri anticonvenzionale, PER FORTUNA)?
Ma vabbè...
"Questo film diseduca alla famiglia vera.Quella famiglia dove una donna, deve dedicare tutta la vita. Una donna deve avere solo un marito. uno e per sempre. Non deve avere altri rapporti con nessuno.
L'uomo semmai può averli, ma la donna no.Solo con questa solida morale, la famiglia è duratura."
E' la cosa più assurda e patetica che io abbia mai letto... Questo ragionamento bigotto, radicale e maschilista forse può essere la causa dello sfascio di una famiglia (spero solo tu abbia voluto scherzare)
Niko.g  29/06/2014 15:31:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Da quando in qua il cinema è educazione e non arte"?
E da quando in qua il cinema è solamente arte?
Mai sentito parlare del Motion Picture Production Code? Dagli anni '30 agli anni '60 il cinema americano era regolato da questi tre principi:

1. Non sarà prodotto nessun film che abbassi gli standard morali degli spettatori. Per questo motivo la simpatia del pubblico non dovrà mai essere indirizzata verso il crimine, i comportamenti devianti, il male o il peccato.
2. Saranno presentati solo standard di vita corretti, con le sole limitazioni necessarie al dramma e all'intrattenimento.
3. La Legge, naturale, divina o umana, non sarà mai messa in ridicolo, né sarà mai sollecitata la simpatia dello spettatore per la sua violazione.

Buffo no? Eppure quegli anni sono stati i più floridi sul piano qualitativo e hanno prodotto tra i migliori capolavori dell'arte cinematografica, da "Via col vento" a "Mary Poppins", da "Casablanca" a "Vacanze romane". Quanti nudi ci sono in questi film? Quanti sederi e quante tétte? E quante parolacce nelle sceneggiature? Cosa ha prodotto questa cappa della censura, questo orribile rispetto per il pubblico e per il buon gusto? Capolavori, ecco cosa ha prodotto.

Chissà poi cosa ci trovi di patetico nel fatto che una donna debba avere un solo marito e giurargli fedeltà (che poi è l'impegno del matrimonio). D'accordo che l'impegno deve essere reciproco, ma lo sfascio della famiglia, fino a prova contraria, è stato indotto dalla libertà sessuale imposta dai movimenti del '68 che hanno illuso le donne con la teoria della parità sessuale. Come se le differenze tra uomo e donna fossero un handicap e fare la casalinga e prendersi cura della famiglia fosse un crimine. Questa è storia. Altro che bigottismo.
Filman  30/06/2014 01:26:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Davvero, questa assurdità che hai scritto batte addirittura lo scempio intellettivo di "alessioscoop" che ha firmato il commento al quale ho risposto...
Ma voglio procedere per gradi:

1) citandoti "E da quando in qua il cinema è solamente arte?"
ti rispondo con un secco: da sempre!!!
Il cinema è arte e l'arte è espressione emotiva e concettuale di un'artista (adesso mi collego al secondo punto), e non deve essere altro, altrimenti si tratta di mercificazione facile regalata al consumatore...

2) Citando questo tuo approfondimento

"Mai sentito parlare del Motion Picture Production Code? Dagli anni '30 agli anni '60 il cinema americano era regolato da questi tre principi:
1. Non sarà prodotto nessun film che abbassi gli standard morali degli spettatori. Per questo motivo la simpatia del pubblico non dovrà mai essere indirizzata verso il crimine, i comportamenti devianti, il male o il peccato.
2. Saranno presentati solo standard di vita corretti, con le sole limitazioni necessarie al dramma e all'intrattenimento.
3. La Legge, naturale, divina o umana, non sarà mai messa in ridicolo, né sarà mai sollecitata la simpatia dello spettatore per la sua violazione."

posso dire che CIO' E' "mercificazione facile regalata al consumatore"... ovviamente a Hollywood e nella sua alta produzione cinematografica vi è anche un marketing e uno sfruttamento della settima arte, che non è acqua o aria fritta gettata dal sottoscritto ma un fatto evidente e reale sotto gli occhi di tutti...
regalare emozioni scontate e di ampio e gratuito gradimento alla massa ignorante, spezzando le gambe ad artisti "alternativi", coraggiosi e innovativi è IL MALE DEL CINEMA
Chiunque ami l'arte, questo concetto lo capisce e lo approva. PUNTO. spiragli non esistono, e mi dispiace per te che la pensi, a quanto ho capito, diversamente e,francamente parlando, in modo bigotto e chiuso mentalmente.

3) Dio ce ne scampi da questa stupidità.... ho trovato patetica questa frase in particolare "[...] L'uomo semmai può averli (altri rapporti, ndr), ma la donna no.Solo con questa solida morale, la famiglia è duratura." che è veramente la morte della virtù umana...
Ma vedendo il soggetto con cui sto parlando, il quale dice (citando testualmente) "[...] libertà sessuale imposta dai movimenti del '68 che hanno illuso le donne con la teoria della parità sessuale" (nel 2014!!!, ripeto, 2014!!! 2014!!!!!!! 2014!!!!!!!!!!!!!!!) , non mi meraviglio proprio di nulla.
Fare la casalinga non è un crimine, ma non è neppure un giusto stereotipo da affidare alla donna di oggi (2014), ormai evoluta da questa falsa e obsoleta regola micro-sociale.

Concluso questo, forse sgradevole, ma opportuno, s*******mento, ti consiglio di riflettere sulle mie parole, sperando che la "serietà" che spesso trapela dai tasti di un computer poi non sia quella reale.
Filman  30/06/2014 01:28:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
All'ultimo rigo.... spùtt@n@mento
Niko.g  30/06/2014 11:57:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quindi adesso i vecchi film hollywoodiani regalano "emozioni scontate e di gratuito gradimento alla massa ignorante". Ma che meraviglia.
Qui non si tratta di spezzare le gambe a nessuno, semplicemente ti facevo notare che quando l'arte non ha disdegnato fini pedagogici ed etici ha raggiunto vette altissime di gradimento da parte del pubblico e della critica, quelli da te definiti massa di ignoranti.

La censura non è DIVIETO FINE A SE STESSO, ma garanzia di diritti e libertà (che non sono proprietà esclusiva dell'artista, se proprio lo vuoi sapere). Ora grazie all'innovativo Walter Veltroni siamo un bel Paese civile e libero dalla morsa della censura, ma mi dovresti spiegare perché un quindicenne deve essere costretto a sentire bestemmiare Dio e la Madònna mentre assiste a "L’ora di religione" di Bellocchio. Me lo devi spiegare. Chi tutela quel ragazzo? Chi tutela il diritto di un credente a non sentire offeso in pubblico, nel mezzo di un sala cinematografica, il proprio Dio? E' questa l'innovazione a cui tieni tanto? Con tutto il rispetto, la tua innovazione e la tua "alternatività" le butto nel cesso, a costo di passare per fascista. Questa è violenza e mancanza di rispetto nei confronti del pubblico, in nome dell'ideologia comunista. E tu mi parli di arte. Ma per favore!!

Fare la casalinga non deve essere uno stereotipo, ma nemmeno un segno di debolezza o di inferiorità rispetto all'uomo, come qualcuno farneticava nel '68 e ancora oggi farnetica. Ci sono donne che hanno scelto di rimanere in casa perché con un sano ragionamento hanno capito che se il marito è fuori tutto il giorno, è necessario e irrinunciabile che qualcuno (che non sia un estraneo!) si occupi della casa e dei figli e hanno fatto una scelta consapevole, non frustrante e di grandissimo valore etico e morale. Chi ha percorso la strada della carriera ha spesso fatto la fine di Angela personaggio del film "Il ragazzo di campagna" con Pozzetto. E non sto scherzando perché di donne ciniche così ce ne sono a carrettate. Quelle, invece, che hanno scelto la carriera non rinunciando alla famiglia, spesso sono diventate aggressive e nevrotiche a spese dei figli e dell'equilibrio familiare, perdendo anche femminilità. Il 2014 non c’entra nulla!!!! Valori e princìpi etici non hanno scadenze di calendario!!!!
Filman  30/06/2014 16:34:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il concetto è un po' diverso, ramificato e complicato di quello che stiamo dicendo, ma in pratica sì, la censura, così come una limitazione iniziale qualunque imposta dal produttore, è ciò che quest'ultimo esegue su un'opera artistica per aprirla ad un numero sempre più ampio di pubblico: QUESTO E' (E') MARKETING CINEMATOGRAFICO, CHE SIA BASATO SUL POLITICAMENTE CORRETTO O SULLA SEMPLICE MANIPOLAZIONE DELLA MASSA, SODDISFATTA PERCHE' HA VISTO CIO' CHE VOLEVA VEDERE.
ovviamente esistono tanti blockbuster e film d'intrattenimento che sono bei film o capolavori, qua stiamo parlando di linee generali, ma l'arte non deve prescindere da una limitatezza intellettuale, perché in questo caso l'arte muore. Chi tutela i ragazzi devono essere i genitori, le istituzione educative, e il cinema può anche essere fonte sicura di intrattenimento e svago, ma non deve anche curarsi della noncuranza di certi genitori che sanno solo lamentarsi.
Il cinema (inteso come settima arte) non è educazione, perché non è fatto per educare!!!
Questo è un concetto che credevo di non dover mai arrivare a spiegare... è così palese...

Per quanto riguarda il concetto sulla moglie casalinga, stiamo deviando troppo, ma non voglio neppure continuare... Si è passati da una frase oggettivamente inaudita alla difesa delle sue sfumature campate in aria... Non voglio averci niente a che fare
Invia una mail all'autore del commento thohà  30/06/2014 22:02:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ottima risposta.

Niko, tu lo sai, la penso al 99% come te, ma la "moglie casalinga" fa solo sorridere. Chi mai oggi, anche volendo, potrebbe in realtà essere una casalinga che si può occupare solo dei figli e del marito che torna a casa stanco dal lavoro?
Mettiamo i piedi per terra, se non si lavora in due (con figli, anche uno solo) non si tira avanti. Questo è quanto.

Il cinema, in quanto tale, può presentare millemila sfaccettature. Approvabili o meno sono solo frutto (spesso) di idee magari non condivisibili, ma (spessissimo) squarci di vita che non ci sogniamo nemmeno ma che comunque sono esistenti ed altrettanto veritieri.

Guarda, io non sto difendendo il film, manco l'ho visto anche se immagino che al 99% non approverei, quindi pensa solo a ciò che ho affermato con tranquilla visione della vita odierna.

Niko... tutto il resto è noia.
Niko.g  01/07/2014 00:42:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un conto è lavorare per esigenze economiche, un altro è farlo per sentirsi "alla pari" con l'uomo, è una sciocchezza. Il discorso è partito perché si parlava della parità tra uomo e donna e i movimenti di fine anni sessanta hanno creato l'ossessione nella donna di pensare e agire come un uomo. Le conseguenze sono quelle che ho descritto sopra. Non ho altro da aggiungere.

Sul film non mi pronuncio nemmeno io. Lars von Trier è un fenomeno come tecnica, ma ha seri problemi personali che ne condizionano lo spirito artistico.
Filman  01/07/2014 13:45:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma guarda, non capisco come, partendo da una frase squallidamente maschilista, si possa arrivare a dire "ma alla fine sono le donne che hanno cercato la parità...", che, oltre a deviare il discorso, difende una congettura assolutamente inaccettabile.
Senza contare che basta alzare un po' gli occhi per vedere che ormai esistono donne d'affari, che guadagnano molto più di certi uomini, che non cuciono più a mano e dirigono imprese, che colmano l'assenza a casa per il lavoro con tate e quant'altro...
in tutta la mia vita, sono veramente riuscito a trovare in un colpo solo i primi 2 soggetti pronti a dire che l'indipendenza della donna può essere causa di problemi per la famiglia e la sua pura essenza storica (un altro modo per dire medievale).... ma dove? ma non scherziamo, dai...

Sul regista si potrebbe dire questo ed altro. La personalità di Von Trier risiede anche nella sua controversia e trasgressione artistica. Eh sì, perché a conti fatti anche questa è arte, meno commerciale e più caratteristica di molto altro. Poi si può dire che il film non sarà il massimo, e fin qui sono d'accordo, anche perché poi tale caratterizzazione può diventare anche fine a sé stessa, ma non si può affermare che la singolarità di un artista sia un difetto. L'anticonvenzionalità di Tarantino e i suoi mille "negro" o "mother fucker", gli artisti di marchetta Hollywoodiani se la sognano.
Questo è ciò che volevo dire...
Niko.g  01/07/2014 16:18:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Scusa ma il fatto che i movimenti femministi abbiano spinto l'emancipazione della donna, facendole credere che aveva un ruolo passivo e sottomesso nella famiglia, è un dato sociologico dimostrato. Qui le congetture stanno a zero. Mi parli delle donne d'affari che mettono le tate a casa, ma hai letto ciò che ho scritto prima? Ho detto la stessa cosa. Non so chi dei due debba aprire gli occhi a questo punto.

Associare la Hollywood dei tempi d'oro agli artisti di marchetta, significa essere miopi e cinici, rifiutare l'arte come unione di forma e contenuto, di materia e di anima (Walt Disney non è mai piaciuto solo ai bambini, ci sarà un motivo?), non credere nei buoni sentimenti, associare il sentimento alla retorica, la morale al bigottismo, il buon gusto all'ignoranza, ecc.
L'arte non è né convenzionale né anticonvenzionale, se tu la giudichi su questo piano sei intrappolato in uno schema ideologico e non la potrai mai riconoscere. La vera arte è svincolata da questi schemi ed è strettamente legata alla bellezza e la bellezza è la massima forma di educazione. Al contrario, se l'artista si pone come fine ultimo la provocazione, allora squalifica la sua opera perché preso da un fine meramente ideologico (certe forme di nichilismo ad esempio) e non dal fine della bellezza. Ora mi chiederai perché il nichilismo non debba essere bello, ma mi fermo qui perché la cosa ci porterebbe troppo fuori tema. Se hai dei dubbi posso rimandarti alle opere di Stefano Zecchi che un tantino più di noi ci capisce. Se ritieni Zecchi uno scrittore di marchetta, allora non so più cosa dirti. Tieniti le tue certezze. Saluti.
Filman  01/07/2014 20:55:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A questo punto chiariamo di cosa stiamo parlando:

1) OK, forse l'unico modo per farmi capire è andare sul diretto, e scusami se la prendi a male. Del fatto che "i movimenti femministi hanno spinto l'emancipazione della donna, facendole credere che aveva un ruolo passivo e sottomesso nella famiglia" me ne sbatto stratosfericamente la minki@? Capito? Il mio intervento riguardava tutt'altra cosa, e cioè una frase che diffamava la parità dei sessi. Senza contare che appoggiando la frase di @alessioscoop appoggiavi tutt'altra teoria, invece che affermare l'esistenza delle donne non casalinghe e tuttavia ottimi madri/mogli. Spero almeno che ora sia chiaro cosa io abbia voluto dire!

2) Guarda, anche io ho affermato che il semplice cinema di intrattenimento può portare ad un'ottima fattura cinematografica, così come NON ho affermato che i tempi d'oro di Hollywood sono film di marchetta (ma dove l'hai letto? -.-). Caso mai sei tu che dici che l'arte è una bellezza uguale alla "massima forma di educazione".
La Walt Disney ha prodotto capolavori dell'animazione per bambini, così come la Pixar, e così come Spielberg, esempio della fioritura Hollywoodiana anni '80, per cinema per famiglie, è stato uno dei più grandi registi di sempre.
Ma ciò non esclude, a differenza di quanto tu dici, che registi come Carpenter, che sono sempre andati contro il sistema tanto da dover fare la fame con i loro capolavori, siano di cineasti imprescindibili che hanno fatto la storia del cinema.
Io ti assicuro che la violenza fine a sé stessa è tanto sgradevole quanto la melassa esagerata di un qualunque film romantico.
Probabilmente mi hai frainteso, o mi sono male spiegato. A dare una opinione in disequilibrio e soggettiva non sono io.
Niko.g  01/07/2014 22:29:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
1) Sì l'avevo intuito che del femminismo non te ne frega nulla. Quella di alessioscoop sulla disparità sessuale era una provocazione. Io ho specificato che l'impegno deve essere reciproco e se la donna deve avere rapporti solo col marito è chiaro che il marito deve fare altrettanto nei confronti della moglie. Ho provato a ricordare che i movimenti del '68 hanno ostacolato questa idea di famiglia e inneggiato alla libertà sessuale in nome dell'emancipazione, dell'autodeterminazione e di tutte queste menate, ma vedo che certe corde non si vogliono toccare. Per me va bene, basta saperlo.

2) A un certo punto hai tirato fuori "gli artisti di marchetta Hollywoodiani" e pensavo ti riferissi alla Hollywood degli anni '30-'60, visto che io mi sono riferito solo a quella, quando parlavo dei capolavori prodotti nel periodo della censura. Mi auguro che tu non consideri "Via col vento" e "Vacanze romane" dei film di intrattenimento. Anche qui vedo che è dura farsi capire. Ho tirato fuori Stefano Zecchi per disperazione :)

Filman  02/07/2014 15:35:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
1) c'è differenza tra sostenere la schematizzazione di una famiglia (che va ad intaccare stereotipi vecchi come il mondo, diventando una cattiva osservazione) e non condividere l'estremizzazione forzata della parità tra i sessi (che porta a ciò che giustamente tu hai detto e con cui mi trovo d'accordo).

2) se si considera che il tutto è partito dal commento di un chierichetto nei confronti di un cinema post-moderno allora direi che siamo a dir poco fuori strada. Per tutto il resto, bisogna sempre dosare forma e contenuto: molte volte il contenuto è assente ed è presente perlopiù una forma di intrattenimento o svago convenzionale e fatta per il grande pubblico. Le opere da te citate non sono prettamente capolavori, ma hanno motivo di esistere, a differenza di altre opere "derivate" dal Cinema Classico Americano, composte di buone intenzioni e rallegrati sentimenti studiati a tavolino. Insomma, sono grandi film per il grande pubblico. "Via col Vento" è un blockbuster, quindi, per terminologia, è un film d'intrattenimento e "Vacanze romane" è tutto meno che un film di nicchia.
Insomma se credi che "film d'intrattenimento" sia una parolaccia, credi male. Hollywood è una macchina che sforna film di tutti i tipi. La maggior parte sono film aperti alla massa, come sempliciotte pellicole per famiglie o film tamarri per i ragazzini o filmetti romantici per le ragazzine, ma alcuni film d'intrattenimento possono essere originali e brillanti, e si distinguono per tale motivo.
Esiste il bianco e il nero, e in mezzo il grigio, per ogni cosa, che sia essa un tipo di cinema avente una cultura troppo elevata per l'adeguata comprensione di un certo pubblico (bambini o semplice gente che può fraintendere) o film d'intrattenimento aperti ad un pubblico più ampio.
Secondo me il cinema non è solo cinema d'autore o cinema d'intrattenimento: è entrambe le cose.
Niko.g  02/07/2014 20:07:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
No, non siamo andati fuori tema. Io ho risposto a te e non ad alessioscoop.
In particolare ho risposto alla tua domanda retorica: "Da quando in qua il cinema è educazione e non arte (spesso e volentieri anticonvenzionale)"?
Mi sembra di averti risposto e ora stiamo ancora discutendo sull'opportunità di definire l'arte come convenzionale o non convenzionale, d'autore o d'intrattenimento. Quindi, come vedi, siamo in tema.
Come ho già detto, per giudicare l'arte occorre superare questa visione semplicistica, altrimenti ogni film d'autore (o di nicchia) sarebbe certamente superiore ad un blockbuster e la cosa non avrebbe molto senso e sarebbe ingiusta. Esistono film d'autore che sono pura monnezza e blockbuster che sono capolavori.
Cosa dovrebbe comportare il fatto che "Vacanze romane" non sia un film di nicchia? Dovrebbe diminuirne il valore artistico? Non credo proprio.
Il film va giudicato per quello che è, per ciò che esprime in termini di valori, di significati, di armonia, di tecnica, ecc. Il fatto che poi piaccia a milioni di persone è un indicatore, non un parametro di valutazione. Certamente la bellezza piace, perché essa è riconoscibile e insita nell'animo umano. I cineasti che educano lo spettatore alla bellezza, la liberano, la fanno emergere (l'etimologia latina e-ducere indica proprio questo processo). Ciò avveniva con frequenza nella vecchia Hollywood, perché spesso gli sceneggiatori erano molto validi e avevano grande considerazione e rispetto per il pubblico e donare bellezza è un fine edificante, al di là che si parli di una commedia, di un dramma o di una favola. Le opere di Walt Disney erano tutte queste cose messe insieme, a conferma del fatto che andavano "oltre" una banale catalogazione e quindi apprezzate da grandi e piccoli.
Non è importante se nel fare questo vi sia uno studio a tavolino, sulla sedia o sul divano, così come non è importante sapere se Michelangelo abbia avuto tale atteggiamento nello scolpire la Pietà. Tu la guardi e resti a bocca aperta, punto. Ecco perché dicevo che la cosa fondamentale è capire cosa sia la bellezza (evitando possibilmente di affidarsi alla coppia Fazio-Littizzetto per apprenderne definizione e attributi).
Filman  03/07/2014 16:37:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Guarda sono totalmente d'accordo. Scusa se mi sono espresso male, ma gli ultimi commenti gli ho scritti di fretta (stessa cosa per questo). Ovviamente concordo con te quando dici che "Esistono film d'autore che sono pura monnezza e blockbuster che sono capolavori", e no, dicendo che Vacanze Romane non è un film di nicchia affermavo che è cinema di intrattenimento, non ho certo annullato il suo valore.

Ma il discorso è deviato in quanto si tratta di giudicare l'arte cinematografica come educatrice e appagante. Essere d'accordo per me è improponibile, perché così come alcuni film d'autore sono pura monnezza e diversi blockbuster sono capolavori, la maggior parte dei blockbuster moderni sono la morte del cinema, rilegati con emozioni scadenti per quanto facili e confortevoli (per non parlare dei film d'azione, putridi per quanto fracassoni), mentre ciò che si distingue dalla media sono i film di nicchia, a volte tanto snobbati quanto geniali e splendidi (non è il caso del film di Lars Von Trier).
La verità è questa...

E ora non ripetermi "molti blockbuster sono capolavori" perché è un concetto che hai ribadito in almeno 5 messaggi con altrettanta risposta mia ad affermare che "è vero, e tuttavia c'è un << ma >> preponderante"...
Le emozioni a buon mercato fanno fare botteghino pieno ad Hollywood, e i film che si salvano artisticamente da questo mercato sono pochi. L'educazione che intendi tu non esiste. Esiste solo una fruttuosa pubblicità con altrettanti fruttuosi prodotti. E con fruttuoso, intendo economicamente fruttuoso.
Niko.g  03/07/2014 19:28:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'educazione che intendo io esiste e non a caso ti ho portato degli esempi. E' la conferma che consideri quei film (e quindi quel cinema) contenitori di emozioni a buon mercato. Non sono d'accordo. Pace, che ti devo dire.
Filman  04/07/2014 11:49:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Aridaje!
Ma non ho capito? Leggi solo metà dei miei commenti?
I tuoi esempi li sto mettendo da parte apposta, perché sono comunque dei precursori del cinema drammatico-romantico o comico, e hanno meriti storici che danno alla propria esistenza un significato, A DIFFERENZA DI TANTI ALTRI FILM CHE NON FANNO CHE RICALCARE SUGLI STESSI STEREOTIPI, SULLE STESSE EMOZIONI IN QUANTO APRONO LE SALE AD UN GRANDE PUBBLICO.
Ma ciò non vuol dire nulla...
La metà dei film della Pixar sono capolavori dell'animazione per bambini, pur essendo, appunto, film d'animazione per bambini. Le emozioni a buon mercato qui non esistono. Ci sono emozioni calibrate e calcolate, che lasciano spazio a storie assolutamente originali nel proprio genere.
Forse la Pixar è l'unica a trasmettere un'educazione, in quanto la "morale" è una componente delle storie per bambini.
Ma altre soluzioni non ne vedo. I film si fanno su dei presupposti anche economici, e le scelte di dosaggio o sovradosaggio delle emozioni è una scelta precedente alla produzione ed è una evidentissima mossa di mercato dei grandi produttori cinematografici.
Così come Hollywood fino agli ani '50 andava avanti a sfornare film di massa (è un dato oggettivo e non una parolaccia, chiamali film d'intrattenimento chiamali come vuoi...) dalla fine degli anni '60 la "New Hollywood" di De Palma, Scorsese, Coppola, Carpenter nasceva a causa di una crisi del mercato stesso, con il crollo del pubblico. Indovina un po'? Nascono produzioni indipendenti e i generi trattati diventano: la solitudine, la frustrazione giovanile, la sessualità esplicita della donna e la sua condizione difficile nella società americana, il razzismo e la guerra in tutta la sua crudezza.
Se consideri educativi i film di facili emozioni, devi considerare educativi anche i film più riflessivi ma inadatti al grande pubblico.
Niko.g  04/07/2014 22:06:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma è ovvio che esistono film validi ed educativi anche se inadatti al grande pubblico, ecco perché dicevo che la distinzione tra film di massa e film di nicchia è relativa, perché alla fine ogni film fa storia a sé. Tuttavia, prendendo spunto da quanto ha detto alessioscoop, io credo che certi film superino ogni limite di decenza e buon gusto. Porre delle regole è sempre un bene. Poi si può valutare caso per caso, ma il principio resta valido per me.
pernice89  04/03/2015 13:57:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cerca di accettare la realtà: queste cose succedono! Tu puoi credere in quello che vuoi, per carità, se per te una donna per essere nel giusto deve andare solo con un uomo e basta per tutta la vita posso pure darti ragione. Ma il tema trattato in questo film è una realtà di questa società, quindi ovvio può non piacerti, disgustarti, ma questo non vuol dire che non se ne debba parlare.
Invia una mail all'autore del commento thohà  28/06/2014 23:13:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ahahaha, Alessio! Sei davvero tu? L'Originale?