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NYMPHOMANIAC - VOLUME 1 regia di Lars von Trier

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Invia una mail all'autore del commento pompiere     9 / 10  19/11/2014 11:38:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Chi avesse l'intenzione di avvicinarsi a Nymph()maniac col pungolo di sbirciare scene di pornografia e di sesso arrapante stia pure alla larga. L'opera di von Trier è altra cosa, votata com'è a un auto-indagine viscerale che coinvolge in prima persona le nevrosi dell'autore. Perchè il regista danese, nonostante le locandine e i trailer più o meno espliciti, è in realtà interessato a blandire l'indifferibile necessità di scoprire la mappa della sua anima, dei desideri più reconditi, degli impulsi più indicibili.

Nella prima scena, bello inzuppato d'acqua, lo spettatore è già pronto a farsi condurre all'asciutto attraverso il lento inabissamento in una botula oscura che altro non è se non il cosmo filmico trierano (calza a pennello un parallelismo con l'incipit di "Velluto blu" e l'entrata nel cervello/orecchio). La trappola è bell'e che costruita: il racconto in cui siamo sprofondati ha un profilo letterario (la storia svelata per capitoli e i lunghi dialoghi teoretici tra i due protagonisti) che svela con calma ogni dettaglio, esaltato addirittura da simbologie inequivocabili (l'ironia è abbondante e trascinante).

Il cinema di oggi, svenuto come Charlotte Gainsbourg nel vicolo, viene ridestato da un colpo di pistola (di nuovo al buio, il sipario si abbassa, la storia finisce) sparato dal suo autore in nome di un'arte sconvolgente e miracolosa, che insegue l'antinomia nodale per la sopravvivenza del contraddittorio, del senso critico, della cultura tutta.