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GRAND BUDAPEST HOTEL regia di Wes Anderson

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  12/04/2014 01:57:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se un'ombra di manierismo pervade nell'ultima "fatica" di Wes Anderson, porca miseria quest'uomo ha un'unita' stlistica e una classe che Terry Gilliam ormai nemmeno si sogna. Un "tocco alla Lubitsch" per intenderci fuori tempo massimo che espone un cinema dai contorni imprevedibili alla Modernita' di un classicismo d'altri tempi, tra la pochade e la commedia sofisticata, il grottesco e la farsa. Sembra di vivere i fasti di un'operetta demenziale, ma la guerra e' ovunque e trionfa una sorta di antimilitarismo ironico e beffardo. Tra ottuagenarie miliardarie e sit-com che non vedevi dai tempi di Ophuls il tempo sembra smarrirsi in un poema sull'amicizia che e' lotta di classe, come il day after di un fasto eterno nella sua cremazione culturale e teoretica. Forse non il suo miglior film, maun'inarrivabile fonte di ispirazione e benessere per gli spettatori. La fuga dal carcere va ben oltre i referenti della Farsa, e' Cinema puro