ilSimo81 7 / 10 27/08/2014 14:55:27 » Rispondi La famiglia Weiss vive nei lussi dell'agiata borghesia dei privilegiati nel mondo di Hollywood. Un mondo che richiede una facciata pulita e presentabile, disinteressandosi del marcio nascosto sotto il tappeto. Ecco perché bisogna provvedere alla riabilitazione del figlio tredicenne, già star viziata e viziosa. Ed ecco perché bisogna guardarsi dall'arrivo (o ritorno?) di Agatha, intenzionata a riprendersi qualcosa che altri le hanno tolto, per sempre.
Cronenberg, cantore della carne corrotta. Carne di un viso deturpato da antiche fiamme, carne di un corpo che cerca di resistere alle insidie dell'età. Il contatto fisico è fine a sé stesso, è forma e metafora delle fugaci consolazioni umane: il corpo -sublime strumento di apparizione- è un sepolcro imbiancato che dentro marcisce di ambizione e perversione, posseduto da fantasmi a cui si scappa solo tramite la morte - forse. Stelle ("stars") che non risplendono di luce propria non hanno nemmeno vita propria: delicato e crudele intreccio di esistenze mirate a realizzare sogni altrui e di vite votate a realizzarsi nell'oblio. L'uomo della strada guarda con occhio un po' invidioso un po' smarrito questo risplendere di stelle cadenti. Lo sguardo di Cronenberg ride impietoso.
"Maps to the stars" è il nuovo capitolo del cinico approccio del regista canadese ai mondi di vita e cinema. L'incontestabile pregio estetico (riflesso della Hollywood narrata) e l'elevata qualità artistica (il cast è di tutto rispetto) raccontano una storia che gioca sui contrasti dell'apparire e dell'essere, del passato e del futuro. Gli intrecci rendono la visione intrigante, i cui risvolti si colgono non tanto nel vedere il film quanto nel seguirlo, contestualizzarlo e capirlo.