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TRANSFORMERS 4 - L'ERA DELL'ESTINZIONE regia di Michael Bay

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Dom Cobb     7½ / 10  20/06/2015 23:34:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cinque anni sono passati dalla battaglia di Chicago che ha avuto luogo nel film precedente: di fronte ai disastri avvenuti, il governo ha deciso di troncare ogni rapporto con gli Autobot alieni e da loro la caccia con l'aiuto del misterioso cacciatore di taglie Lockdown. Quando Cade, inventore squattrinato, entra in possesso di un camion che si rivela essere il ferito leader degli Autobot, Optimus Prime, lui e la sua famiglia capiteranno nel bel mezzo di questa guerra...
L'ultimo tassello della saga dei celeberrimi robot capaci di trasformarsi in veicoli di ogni genere, di certo il franchise più smaccatamente commerciale di tutti i tempi, penso sia stato una sorpresa un po' per tutti, che ormai ritenevano la storia chiusa con il terzo capitolo, ad oggi il peggiore. Io stesso non sapevo veramente cosa aspettarmi di fronte a un cast di personaggi del tutto nuovo, design dei robottoni alieni lievemente modificato e una premessa di cui veniva fatto trapelare poco o nulla.
In definitiva, posso dire che questo ennesimo episodio della saga è, a livello di qualità, molto poco al di sotto dei primi due capitoli, e per ragioni diverse da quelle che la gente si aspetterebbe: il film non recupera affatto i toni leggeri e da commedia di quei due lungometraggi, e questo, insieme al cambio del cast e le differenze a livello visivo sono una prova di quanto Bay stia cercando di staccarsi dalla precedente trilogia quanto più possibile.
Questo non è necessariamente un male, anzi, direi che è proprio ciò che fa guadagnare punti al film: la regia di Bay è la solita, con tutte le esplosioni, scene al rallentatore e movimenti di camera da capogiro cui siamo abituati, e per chi è un fan di questo stile c'è di che divertirsi, specie nelle scene d'azione più concitate.


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Anche gli effetti speciali sono i soliti, sbalorditivi e semplicemente perfetti, la prova che, a dispetto di quanto dicono i detrattori, Bay è uno che sta attento alla qualità tecnica dei film che dirige. L'unico difetto sta in qualche gap logico da un'inquadratura all'altra in alcune di queste sequenze, ma sono di poco conto considerato che il prodotto in sé è comunque stupido all'ennesima potenza.


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Le sorprese, però, e lo dico sapendo perfettamente che questo è un film che non aspira affatto ad essere più del giocattolone rumoroso che è, sono tutte da ritrovarsi nella sceneggiatura. E' ancora Ehren Kruger ad occuparsene, il quale ormai credo sia geneticamente incapace di generare dialoghi in cui più di una battuta o due siano decenti; ma in essa traspare, se non altro, un tentativo di sviluppare questi nuovi personaggi che ci vengono presentati e, allo stesso tempo, di imbastire una trama cervellotica e piena di misteri e colpi di scena.
Per quanto riguarda i personaggi, non me la sento di lamentarmi, dato che sono proprio loro il motivo principale di interesse verso la vicenda, quando non ci sono azione e combattimenti a movimentare la situazione: questo grazie a interpretazioni che vanno un tantino oltre il minimo indispensabile richiesto dal genere, specialmente da parte di Wahlberg, il duro texano padre di famiglia iperprotettivo, Stanley Tucci, il miliardario eccentrico, e Kelsey Grammer, spietato leader CIA, la cui performance riesce a trascendere gli orridi monologhi e le abominevoli battute che gli vengono messi in bocca.


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C'è anche da dire che questi tentativi trovano riscontro anche nella stessa regia di Bay, che ci offre una prima mezz'ora totalmente dedicata alla presentazione e alla costruzione dei personaggi, con un ritmo tutto sommato disteso. Lo fa alla maniera di Bay, ovviamente, con il suo solito approccio un po' bigotto, ma almeno un minimo di empatia traspare, e pertanto funziona.


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Anche la trama, pur bucata come un formaggio svizzero e, naturalmente, assurda, è capace di tenere alta l'attenzione solo per capire cosa diavolo stia succedendo, chi sta con chi e per quale ragione; ed è, in ogni caso, una trama che introduce nuovi concetti della mitologia di queste macchine senzienti (misteriosi Creatori, dinosauri robotici) e situazioni creative e ancora non usate in precedenza (l'intera sezione nell'astronave di cui sopra). Ma ad ergersi su tutto il resto sono i toni: abbandonata la commedia dei primi tre film, si punta su atmosfere totalmente seriose e cupe, stranamente efficaci, in cui i rari tentativi di alleggerire la tensione sono blandi o poco incisivi.
In tutto questo caotico quadro, i Transformers stessi si trovano spesso sullo sfondo, come personaggi secondari piuttosto che come protagonisti; a dispetto di ciò, comunque, ci sono numerose new entries che si fanno notare. Alcune in negativo,


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ma altre decisamente in positivo: Lockdown, con quel suo atteggiamento da perenne menefreghista al di sopra delle parti e la tremenda forza con cui è in grado di mettere sotto scacco perfino uno come Optimus Prime, l'ho trovato francamente un cattivo con i fiocchi, alla pari con il Sentinel Prime del terzo e, soprattutto, il Caduto del secondo.
Così, con la promessa di un ulteriore seguito in arrivo, concludo dicendomi sostanzialmente soddisfatto di questo quarto tassello: esso offre tutto quello che promette, d'abbondanza e d'avanzo. Per chi sa cosa aspettarsi, e per coloro a cui piace il genere, c'è di che divertirsi.