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L'AMORE BUGIARDO - GONE GIRL regia di David Fincher

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ZanoDenis     9 / 10  21/01/2015 16:58:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Fin ora il miglior film del mio 2014, Signore e signori, è tornato David Fincher.
Regista che mi ha fatto impazzire con Seven e Fight Club, sembrava essersi un po perso con alcuni film un po bassi per i suoi standard come i discreti: Zodiac, Panic Room, Millennium e The social network. Non che siano film brutti attenzione, non voglio dire questo, ma rispetto ai due capolavori di inizio carriera si vedeva un evidente calo.
Eh bene qui è tornato, col genere con cui si trova più a suo agio, un Thriller, tinto di mistero, verso il giallo, con risvolti drammatici e chiari messaggi. Comunque è anche questione di gusti, io personalmente questo tipo di thriller lo adoro, gia mentre andavo al cinema sapevo che sarei uscito soddisfattissimo.

DA QUI IN POI CI SONO SPOILER, ATTENZIONE!!!!!!!!!


La prima parte è incredibile, inizialmente è pienissima di mistero, la moglie, scompare, ma perché?? BOH, all'inizio lo spettatore non ha nulla per giudicare, il film ci mostra tantissime apparenze, fa sembrare Ben Affleck ( qui stranamente, in parte, devo dire che la sua prova mi ha soddisfatto) un marito modello, premuroso nei confronti della moglie e allo stesso tempo fa sembrare la Pike una moglie innamorata. Probabilmente si viene portati a pensare che sia stato un rapimento.
Pian piano però iniziano ad aumentare i sospetti, ci viene svelato il passato della coppia, che fino a metà film è sembrato felicissimo. Il primo campanello d'allarme sta proprio nell'atteggiamento del marito, forse troppo spensierato per la situazione che sta attraversando. Con questo pretesto, Fincher ci fa vedere il comportamento, che definirei, egoisticamente orrendo delle persone estranee che sprecano commenti cattivi e maliziosi sui malcapitati e dei media, che cambiano opinione in base al vento che tira e sparando a zero o esaltando il soggetto basandosi su semplici sensazioni, oltre che a rendere, un uomo, sospettato di omicidio una star, ricollegandosi probabilmente alla teoria dei 15 minuti di Warhol. Anzi mi è parso strano il modo con cui Fincher ha trattato le autorità, fin troppo rispettoso, rendendoli abbastanza competenti ed equilibrati, mai che traggono conclusioni affrettate, un modo di trattarle opposto, a come faceva un altro maestro di questo genere di film, Hitchcock (il paragone purtroppo dopo un po diventa inevitabile) che spesso le derideva e denunciava la loro inefficienza. Diciamo che tra tutti i fattori e gli schieramenti che si creano durante il film, forse, le autorità, e in particolare l'agente donna, è la più positiva.
Poco prima di metà film veniamo a scoprire altre sottostorie, come ad esempio la ragazzina amante del marito elemento determinante, sia per la svolta delle indagini, quindi a livello giudiziario/poliziesco, sia a livello sociale, per la figura del marito, sempre più maltrattato dall'opinione pubblica. Voglio sottolineare che ho trovato questo aspetto dell'opinione pubblica e dei media, volutamente esaltato, estremizzato a livello che tutte le tv nazionali parlano solo di quel caso, che il marito e la sorella si ritrovano fuori casa orde di giornalisti a caccia della minima intervista, probabilmente come denuncia di tutto questo sistema, spietato e che pensa solo ai propri interessi.
Lo spettatore viene messo anche alla prova, in seguito alle indagini della scientifica, e sui risultati, come le macchie di sangue trovate in cucina, e la rivelazione shock, che la moglie era incinta, si viene portati a sospettare che il marito l'abbia realmente uccisa, anche noi veniamo coinvolti in questo vortice, in questo mare di opinioni, che diventa pian piano sempre più chiaro, ma non totalmente, c'è sempre qualche elemento che fa storcere il naso, qualcosa che puzza.
La svolta avviene proprio verso metà film, quando Fincher se ne esce svelando tutto, svelando prima pian piano le infelicità della moglie, attraverso il suo diario, sottoforma di flashback e poi svelando totalmente il diabolico piano della moglie, architettato alla perfezione, senza lasciare nulla in sospeso. Questo passaggio da un certo punto di vista chiarisce la vincenda, ma da un altro punto di vista confonde ancora di più le acque, soprattutto parlando dei due personaggi principali, moglie e marito: la moglie passa dall'essere considerata la vittima ad un potenziale carnefice, anche se probabilmente, una volta identificati i motivi del suo comportamento, si pensa che agisca di conseguenza, rendendola così una figura molto particolare ( mi sembra di aver letto o in questo sito o in qualche altra recensione, che la Pike, se nasceva 50-60 anni prima, poteva essere un'attrice perfetta per Hitchcock, la perfetta bionda glaciale e spietata)
Pure la figura del marito subisce dei cambiamenti, se da una parte ci guadagna, dato che quantomeno sappiamo che non è un omicida, dall'altra va a perdere, per il comportamento inopportuno e disinteressato che ha mostrato con la moglie.
Successivamente continuano le indagini, si continua a a denunciare i media, entra in gioco la figura dell'avvocato, che sinceramente non ho identificato molto bene, non saprei dire se è positiva o negativa, e viene esaltata la crudeltà della moglie, che dopo essere stata scoperta da un suo ex, ancora spasimante e probabilmente innamorato di lei, se ne approfitta per cambiare la sua versione dei fatti, soprattutto dopo la dichiarazione che il marito ha lasciato in tv.
Dopo aver ucciso questo spasimante, la moglie decide di tornare dal marito e rifarsi viva in pubblico, raccontando la sua precisa versione dei fatti che porterà a chiudere il caso.
Questa parte, confonde ancora di più le acque, la moglie uccide, ma comunque salva il marito, ma fa tutto per ragioni egoistiche, il marito invece, tratta bene in pubblico la moglie per ragioni personali.
In definitiva i due personaggi sono caratterizzati in maniera splendida, non si sa chi sia il bene e chi sia il male, entrambi si mescolano mooolto facilmente, marito e moglie sono sia vittime che carnefici, questo film fa vedere cosa ci può essere sotto le apparenze, tutto il marcio del matrimonio, il tutto condito da un atmosfera da giallo stupenda, una tensione costante, senza mai cali di ritmo, manco a dirlo, la sceneggiatura è incredibile, la Pike recita veramente bene (un po come tutto il cast).
Il finale poi è stupendo, lui vorrebbe scappare da questo matrimonio, ma non può, è schiacciato da cio che potrebbe pensare l'opinione pubblica, dalle conseguenze che comporterebbe tale scelta, a inizio del film si temeva che potesse finire in gabbia, intesa come carcere, e alla fine del film effettivamente finisce in una gabbia, non più intesa come carcere, ma intesa come il matrimonio e le convenzioni sociali che lo schiacciano e da cui non può scappare, quindi si ritrova costretto a mostrarsi sorridente e felice quando è in pubblico con la moglie, mentre dentro si sente morire pian piano. Un finale stupendo ed angosciante come pochi.
E' un thriller pieno di significato e realizzato benissimo, che dire Fincher è tornato e non perdetevelo.