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QUEL MOTEL VICINO ALLA PALUDE regia di Tobe Hooper

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76eric     7 / 10  04/08/2011 22:13:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo aver sfornato uno degli horror più influenti nella storia della cinematografia, Hooper due anni dopo ci riprova, ma questa volta non ne esce un qualcosa di memorabile.
Conosciuto maggiormente con il titolo di Eaten alive, questo film, che in alcune scene è un copia incolla sbiadito di "Non aprite quella porta", è sorretto da una sceneggiatura troppo banale: si và dall' inverosomiglianza dello scenario dell' inospitabilissimo motel, situato nel bel mezzo di una foresta (?), a dei dialoghi ed a degli atteggiamenti di alcuni attori, i clienti ( e saran pure numerosi) che vi soggiornano, che, nella loro serietà, sfiorano il ridicolo.
Da contraltare però Hooper analizza in modo più approfondito la realtà immorale e meno raccomandabile della remota provincia americana.
Principale esponente ne è l' allucinato ed allucinante Judd vecchio proprietario della fatiscente baracca, un Neville Brand assai nella parte che avrebbe meritato maggiori gratificazioni per l' impegno profuso, uno dei tanti figli-servi dimenticato dalla patria.
Con i suoi continui monologhi, la sua follia ricalca molto da vicino quello della famigliola del '74, il doppiatore è lo stesso del padre, ma questa volta al posto di Leatherface c'è un famelico coccodrillo che gironzola nella palude antistante il motel, guidato da un solo e preciso istinto.
Ma losche figure risulteranno essere pure la proprietaria del casino ed il giovane energumeno a caccia di guai, una delle prime e piuttosto convincente performance per il futuro Mr. Krueger.
Anonima apparizione per Mel Ferrer, un altro punto a favore della pellicola è la sua ambientazione notturna, in controtendenza alla canicola giornaliera del film antecedente, nonchè l' uso cromatico di alcune sequenze che ne amplifica l' aura surreale.
A chi piace il regista risulta una tappa forzata, uno dei suoi migliori, anche se eccetto il suo film più famoso, ho preferito altro. 7, non di più.