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L'ISOLA DI CORALLO regia di John Huston

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stratoZ     7 / 10  19/04/2024 13:52:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Allora considerate le premesse era lecito aspettarsi di più, Huston aveva a disposizione praticamente un manipolo di leggende del genere ma più in generale della Hollywood classica, con Bogart e la Bacall a quei tempi sulla cresta dell'onda dopo due monoliti del noir come "The big sleep" e "Dark passage", poi Robinson, la Trevor, Barrymore, insomma un cast stellare, che sulla carta avrebbe potuto dar vita ad un capolavoro, e invece, non tutte le ciambelle escono col buco e ne esce soltanto un buon film.

Per carità io comunque l'ho apprezzato, dall'impianto quasi del tutto teatrale, ambientato in quattro mura con il nostro caro Bogart appena tornato dalla guerra a far visita ai parenti di un suo compagno di battaglie venuto a mancare in guerra in questa isola a largo della Florida, qui si ritroveranno in ostaggio di questi gangster che hanno preso possesso del posto per i loro loschi affari e l'esilio del boss dagli Stati Uniti, da qui, complice anche un uragano che costringerà tutti i personaggi a stare all'interno della casa, nasceranno forti tensioni.

Il meccanismo della suspense è basato soprattutto sulla potenziale minaccia del gangster e la sua squadra, tutti armati che tengono costantemente sotto tiro gli ostaggi, con i quali lo spettatore empatizza subito anche per via della storia di sottofondo riguardante l'ex commilitone di Bogart, marito della Bacall e figlio di Barrymore, percependo una minaccia che crea un crescendo di tensione col deteriorarsi dei rapporti all'interno della casa, con un'atmosfera che si fa sempre più insostenibile, Huston gioca anche le carte degli elementi esterni per creare picchi di tensione, come la visita dello sceriffo o l'arrivo dei nativi, con la minaccia sempre incombente di essere scoperti e causare l'ira del gangster, e qui Robinson è bravissimo nel tratteggiare il suo personaggio, regalando l'ennesima grande interpretazione della sua carriera, prendendo un fare totalmente istrionico e parecchio sopra le righe, mostrandosi un po' svitato e tratteggiando il classico gangster egocentrico e ubriaco di potere e successo, arrogante e dai modi villani, al contrario, Bogart incarna il suo personaggio più contenuto, non gigioneggia praticamente mai, sembra un giocatore di scacchi che aspetta il momento giusto per colpire abilmente un mostro che non ti concede di sbagliare.

L'apice della tensione si concretizza nel bel finale sulla barca in quella che è probabilmente la scena più riuscita del film in cui il protagonista si ritroverà da solo a fronteggiare i gangster.

Sicuramente un bel film, con un cast eccezionale, forse difetta della mancanza di un po' di verve nella parte centrale, e potrebbe sfigurare nel confronto con altre opere ben più significative a cui ha partecipato quasi tutto il cast.