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DOCTOR WHO - STAGIONE 7 regia di Nick Hurran, Saul Metzstein, Douglas Mackinnon, Jamie Payne, altri

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elio91     7 / 10  23/03/2014 12:36:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Stagione complessa da valutare, intrecciata com'è di personaggi e situazioni che creano picchi emotivi assoluti a dispetto di 13 episodi di medio o basso livello, salvo un paio di eccezioni.
Strano. Strano perché ormai Doctor Who aveva preso una certa scia a partire dalla terza serie in poi (ma io direi anche dalla seconda), con il massimo del divertimento raggiunto dalla quarta stagione, un'ottima quinta e una sesta al livello (o quasi) della quarta. La settima serie del Dottore è invece un imprevedibile passo indietro.
Forse ha contribuito a questa involuzione improvvisa anche la divisione della stagione in due tronconi ben distinti, per quanto collegati dal personaggio di Clara Oswald (l'adorabile Jenna Louise Coleman): le prime cinque puntate sono una sorta di preparazione all'addio dei Ponds, cui oramai si era affezionatissimi. Se "Asylum of the Daleks"convince lo stesso non si può dire di "Dinosaurs on a spaceship" o del mediocre "A town called Mercy" (per quanto l'ambientazione western ha il suo fascino). "The power of three" è un altro episodio di buon livello mentre "The Angels take Manhattan" è più un finale di stagione che un episodio di metà serie, uno spartiacque che per forza di cose, per la drammaticità inevitabile oltre che per qualche buona trovata di Moffat (non sfruttata appieno) diventa memorabile.
Qui la settima serie si prende una pausa. C'è l'episodio natalizio di mezzo, "The snowmen", uno dei peggiori episodi speciali del New Who, e poi si continua col sesto episodio "The bells of Saint John", convincente. Ancora, "The ring of Akhaten" non ha convinto molti forse perché è una sorta di ritorno alle atmosfere che caratterizzarono il ciclo di R.T.Davies, ma ammetto che mi è piaciuto, contiene uno dei momenti/monologhi più incisivi di Doctor Who ed è aiutato dall'eccezionale lavoro del compositore Murray Gold che qui supera sé stesso.
A questo punto arriva "Cold war", puntata mediocre ambientata su un sottomarino russo... e poi c'è "Viaggio al centro del TARDIS" con il merito di esplorare la cabina blu iconica che tanto ci piace, ma che insieme a dei punti di forza ne ha anche di deboli. "The Crimson horror" è un'altra puntata gotica ambientata nella Londra vittoriana, salvata unicamente dall'utilizzo di personaggi ormai familiari all'universo di Who come Jenny, la lucertolona e Strax.
Un altro buon episodio è il dodicesimo, "Nightmare in silver", scritto da Neil Gaiman che però non raggiunge i fasti di "The Doctor's wife".
E poi la vera chicca è ancora una volta il tredicesimo e ultimo episodio, "The name of the Doctor": convincente, con ritmo, Moffat sembra finalmente ritrovarsi e sforna una scrittura degna delle sue sceneggiature migliori con tanto di incursione all'interno della mitologia stessa dello show e finale con un grande (e riuscito) colpo di scena che porta dritto all'episodio speciale del cinquantesimo anniversario, fortunatamente un ritorno al miglior Doctor Who e al miglior Moffat che probabilmente non ha saputo gestire alla meglio una stagione con tanti stravolgimenti interni nello show, allo stesso tempo senza episodi doppi (che spesso erano una manna dal cielo nelle stagioni passate) e con ambientazioni sempre diverse ma trame quasi sempre piatte.
Ciò che manca non è di certo la caratterizzazione ai personaggi visto che Matt Smith, nella sua ultima stagione da Dottore, oramai è una presenza irrinunciabile, i Ponds (Gillan e Williams) idem e Jenna Louise Coleman si dimostra una companion adatta.
Mancano tante piccole cose che avevano reso il nuovo corso di Doctor Who intrigante, divertente, forse la voglia di rinnovare che inevitabilmente dovrà avvenire con l'ottava serie visto l'imminente cambio di Dottore, di conseguenza si apriranno nuovi spiragli e orizzonti nelle trame. Sperando che Moffat saprà approfittarne bene costruendo archi narrativi compatti come ha fatto nella quinta e sesta serie, lui che forse è più un esperto di episodi stand alone. Ma mi fido e oramai non vedo l'ora di vedere cosa accadrà...