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NYMPHOMANIAC - VOLUME 2 regia di Lars von Trier

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7½ / 10  01/05/2014 01:01:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Credo che Nymphomaniac II enfatizzi la natura controversa dell'operazione di Von Trier, essendo un film sfacciatamente lugubre e violento, ma al tempo stesso portato a un linguaggio più accomodante che potrebbe benissimo stare - v. il rapporto di coppia con Jerome - tra l'Eric Rohmer degli esordi e un certo Truffaut. Dal punto di vista letterario, poi, comunica la stessa impressione. Echi di Apollinaire, Bataille, Gide, Jean Genet possono benissimo sfociare nelle vicende sentimentali di Herman Hesse. E' un film torbido, che sta a Ibsen come a Nietzsche ma vive lo stesso struggente tormento "puro" di Victor Hugo, come nel quasi-epilogo finale (la pistola scarica l'incontro-scontro con Jerome). I detrattori delle citazioni possono irritarsi, ma sono assolutamente indispensabili per descrivere la natura ambivalente di questo film. A dire il vero, colgo un paio di cadute di gusto di non poco conto, es. il menage a trois con due africani sembra quello sì un mesto retaggio di qualche convenzionale film hardcore. Ma ci sono anche sequenze illuminanti e geniali, come Il gruppo di incontro o la macchina a fuoco sulle note dei Talking Heads. Sono retaggi della nuova identità di Joe, fermamente convinta di annientare per sempre il suo ruolo sociale, ma non certo di trovare una nuova vita. La morte di un percorso non individua una resurrezione, ma una specie di continuità. Von Trier poi è abilissimo e sarcastico a citare se stesso, a prendersi beffe del suo discusso discorso sul nazismo, mettendo in rilievo quanto il bene e il male siano compatibili. Lo dimostra nel suo discorso sul razzismo, o quando Osa smascherare la pedofilia come una pietosa rappresentazione di un peccato represso/omesso (sequenza alquanto disturbante direi). E in questo senso è tangibile il senso di alienazione dello spettatore, che non capisce se il vero peccato di Joe sia la sua condotta sessualmente immorale o il modo esecrabile che ha di guadagnare del denaro sfidando la legge.
Ecco che Von Trier rilegge il suo cinema in più occasioni, come se volesse sfidare la Sacra Famiglia e uccidere i suoi figli (Erode vs. Antichrist), dominata da un sentimento incostante che cerca nell'espiazione la propria identità. Egli è però dominato dalla colpa della misoginia che macchia certe tipologie di uomo, da Kappa crudele maestro Sadiano della sua impotenza all'implosivo e forse ovvio finale, come se sfidasse egli stesso la propria identità.
Curioso che in un film post-hardcore troveremo gente turbata e alieni che continuano a dirci di non aver mai assistito a un vero evento artistico senza veli. Spettatori che magari cambieranno idea, oppure inflessibili nel giudicare il lubidrio dell'eros uno spettacolo eccitante che non fa riflettere
ferro84  02/05/2014 16:17:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si mi hai irritato, hai battuto il tuo record citazionista ;-)
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  04/05/2014 00:13:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ahahah