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RAPPORTO DI UN REGISTA SU ALCUNE GIOVANI ATTRICI regia di Roger A. Fratter

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Josh84     8 / 10  20/02/2016 16:31:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Rapporto di un regista su alcune giovani attrici" un film d'autore che tratta tra le tante cose proprio il cinema d'autore e di…genere.
Dal titolo, un ipotetico spettatore che vorrebbe cimentarsi nella visione di questo prodotto, potrebbe restare ingannato poiché potrebbe apparire una Docufiction (un genere cinematografico che comprende ricostruzioni interpretate da attori) e invece non è cosi, abbiamo a tutti gli effetti un film d'autore e di genere introspettivo, un film impegnato ma non impegnativo, molto scorrevole e con un'analisi profonda e parecchio interessante e perché no… stuzzicante.
La vicenda narrata ha pure un qualcosa di istruttivo, e viene trattata con giusta misura e realismo, e che fa capire a chiare lettere di come è strutturato (in maniera spesso malsana) il mondo del cinema, ove chiunque sarebbe disposto alla qualsiasi pur di farne parte (le donne in primis e di cui film si fa esclusivamente riferimento) e non sarà difficile notare , avidità, ego smisurato, invidia, opportunismo, arrivismo, cupidigia, falsità…e tant'altro. Su questo comunque mi accentuerò più avanti.
La trama è raccontata, attraverso l'ottica di un regista, ed è proprio il regista stesso del film che in qualità di attore mostra quanto descritto inequivocabilmente il tutto.
Colgo l'occasione per complimentarmi, mi è davvero piaciuta la sua interpretazione, si muove con scioltezza e disinvoltura e non esagero a dire che più che interpretare il suo personaggio, interpreta sé stesso, inoltre il doppio lavoro dirigere/recitare non è mai facile e Fratter è riuscito abilmente a fare ambedue le cose
Ad ogni modo in questo film interpreta Antonio Speller che dopo il tradimento da parte della moglie con una sua attrice (anche qui come in alcuni precedenti lavori di Fratter l'omosessualità che seppur non troppo marcata è presente), cinematograficamente parlando cade in crisi con sé stesso e si trova inizialmente incapace di trovare una propria collocazione adeguata al suo mondo interiore, tutto da esprimere. La sua reazione non tarderà a venire e come vediamo nell'evolversi della trama, il suo scopo è di smetterla di girare cinema d'autore e cimentarsi col cinema di genere, (suo vecchio amore) per l'esattezza quello trash.
E qui abbiamo un paradosso. La cinematografia di Roger Fratter è sempre stata caratterizzata dal fatto che per molti anni ha sempre trattato film di genere (Abraxas o Mimesis sono un esempio concreto) ed è proprio da questo "Rapporto di un regista su alcune giovani attrici" che il regista sperimenta questo particolare tipo di cinema, con Cymbaline il film antecedente a questo non è da considerarsi appieno film d'autore, introspettivo senz'altro ma lo considero perlopiù un rito di iniziazione e quindi assolutamente non paragonabile a questo. Il paradosso sta proprio nel fatto che il protagonista del film vuole il contrario e come giustamente accade la novità genera spesso e volentieri insicurezze, e difatti non sa quale film di genere rappresentare, se un porno, se un erotico, se uno Spaghetti western….su quest'ultimo genere è presente un gustoso rimando, che senz'altro i fan del regista come me non avranno difficoltà a scovare, mi riferisco ad un suo vecchio cortometraggio "Vieni fuori carogna..è arrivato Sartana" purtroppo ancora inedito.
Le tre componenti femminili data la natura del film ne rappresentano l'apoteosi di tutto il contesto e sono "analizzate" a mio avviso in maniera perfetta e concreta e mettono in risalto e influendo profondamente la vita del regista protagonista. Tre donne diversissime ma su un' unica cosa identiche: Emergere, primeggiare e sfondare nel mondo del cinema
Abbiamo Paola (un ottima Inga Sempel, la mia preferita del trio) sua ex amante e direttrice di una rivista che cerca in lui un'intervista esclusiva, Tosca una la sceneggiatrice molto ambiziosa (una veterana e bellissima Roberta Spartà) che lo vuole regista in un suo progetto e Mara (una interessante e sfiziosa Jill Campbell) una ragazzina precoce e disinibita pronta a dare il corpo a chiunque pur di avere una parte nel film.
Nessuna di loro nutre profondi sentimenti per il protagonista, il tutto è dettato da ben altri interessi molti facili da intuire….ci sarebbe una quarta donna, che probabilmente rappresenterebbe quella giusta, ma che non voglio assolutamente svelare e che comunque un dubbio o una propria interpretazione insorgerà immancabilmente nell'animo dello spettatore.
Come sempre il regista non ci delizia solo di bellissime donne e di inquadrature molto competenti, ma anche di musiche e ambientazioni scelte con scrupolosità e che risultano eccelse sotto ogni punto di vista.
Mi ha davvero colpito questa pellicola, come avvenuto con Cymbaline non essendo abituato a questo nuovo modo di fare cinema del regista l'avevo sottovaluta, un buon film su tutti i punti di vista. Secondo il regista non è un film autobiografico ma ha solo elementi autobiografici realmente accaduti.
Magari non sarà per l'appunto un film autobiografico ma con certezza "Rapporto di un regista su alcune giovani attrici" rappresenta a priori il suo lavoro cinematografico più personale.