caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

NURSE - L'INFERMIERA regia di Douglas Aarniokoski

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     3 / 10  15/04/2015 11:48:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Qualcuno dovrebbe spiegare a Doug Aarniokoski che oltre a sangue, tet.te e cu.li servirebbe un pizzico di logica per tenere in piedi un film. Ed invece il regista del pregevole "The day" (qui probabilmente sotto l'effetto di qualche strana sostanza) si immerge in un'ostentazione pruriginosa e splatter che da scandalosa -almeno nelle intenzioni- si rivela invece ridicola ed irritante. Non bastano le cosce chilometriche e il florido seno offerto molto generosamente da Paz de la Huerta per fare di "Nurse" un film quanto meno guardabile. Anche perchè l'attrice protagonista si spoglia regolarmente senza logica alcuna, inoltre più che lo charme della femme fatale mostra un'ingombrante presenza scenica più in linea con l'eleganza di una transex da marciapiede, mentre le sue capacità recitative - già piagate da un doppiaggio allucinante- si limitano ad un' unica espressione riproposta all'infinito.
Fatto sta che questa cavallona mora se ne va a zonzo uccidendo mariti fedifraghi, ovviamente il moralismo spiccio viene giustificato dal solito patetico flashback risalente all'infanzia, mentre la disturbata signorina dimostra di gradire le attenzioni femminili, finendo attratta dall'innocente bellezza della giovane collega Danni.
Inutile dire che il morboso interesse degenererà ben presto, trovando il proprio climax nel soporifero bagno di sangue finale elargito tramite inadeguata CGI.
La sceneggiatura è il regno dell' illogicità e delle voragini narrative, neppure nella più bassa exploitation si oserebbe tanto. L'ironia che a tratti dovrebbe rendere brioso il tutto giunge sfiatata. Dei personaggi meglio non parlare, talmente piatti da essere buoni giusto per un porno. Del resto un ospedale con infermiere regolarmente scollate, in minigonna, con autoreggenti e zeppa d'ordinanza può vivere solo nell'orgasmico mondo dell'hardcore.
Aarniokoski fa il verso agli anni '70 dimostrando di non averci capito nulla; di quella carica sediziosa che miscelava il trash più becero a messaggi tutt'altro che idioti nemmeno l'ombra.