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BLACK MIRROR - STAGIONE 2 regia di Otto Bathurst, Euros Lyn, Brian Welsh

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julian     8½ / 10  15/10/2014 00:38:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE PRESENTI SPOILER

Black Mirror propone sei visioni alternative di un unico tema: la tecnologia e le sue derive, il nero riflesso di una vita sempre più hi-tech.
Ci si accorge ben presto, guardando man mano gli episodi, che non si tratta propriamente di una serie di fantascienza e che non vedremo robot volanti quanto piuttosto realtà - quale più, quale meno - pericolosamente familiari alla nostra, un segnale che lo scenario di deriva esiste già.
Altro aspetto positivo è la neutralità della visione e il distacco assoluto da qualsiasi posizione, che facilitano la messa in evidenza di ogni aspetto del problema.
Prima di parlare di Black Mirror pensiamo a cosa siamo oggi e chiediamoci se non saremmo fantascienza agli occhi di un uomo di un secolo fa: informazioni che viaggiano da tutto il mondo e ci arrivano sulla mano, reclame che pubblicizzano ogni tipo di bene, numerose altre vite virtuali. L'età del consumo è già una distopia, non serve andare troppo in là con l'immaginazione per capire cosa possiamo diventare.

Torna da me: voto 7
Prima parte buona sull'interiorizzazione del dolore di una perdita, con una Hayley Atwell non si sa se più bella o più brava, mi ha ricordato molto Rabbit Hole.
Nella seconda parte la serie comincia a tirare un pò i freni, pare la trama sia molto simile a Her, che ancora non ho visto, per cui non entro nel dettaglio.
L'unica cosa che appare chiara è che le donne non si sa mai che minch.ia vogliono. E che non si possa sostituire un uomo con una fodera di fibre sintetiche penso che saremo in grado, ancora per molto tempo, di dirlo.
Troppo astratto.

Orso bianco: voto 6,5
L'episodio più di genere della serie rappresenta, nel complesso, una simpatica variazione che il tema distopia poteva offrire, tuttavia di per sè non mi ha colpito poi tanto, forse perché l'intera messinscena che si rivela essere addirittura uno spettacolo per gitanti di un parco a tema, appare più un pretesto per provare a fare una specie di horror che per altro. L'idea di sbugiardare il turismo dell'orrore e simili atteggiamenti dell'uomo che preferisce limitarsi a guardare piuttosto che prendere posizione davanti a un'atrocità, era stata proposta, in salsa anche più caustica, da Tarantino/Roth in Hostel, dove addirittura membri della classe dirigenziale pagavano per essere i seviziatori.
Qui però è lo stato a fare da braccio violento e la cosa non mi ha convinto, nonostante sia chiaro che la metafora è mirata a una denuncia del sensazionalismo e dell'innato brivido umano di toccare, senza subire, l'orrore.

Vota Waldo: voto 9
Quando sembrava ormai chiaro un notevole abbassamento di livello della serie, ecco, siore e siori, Waldo, il pupazzetto blu, ovvero la storia di Grillo in Italia con le dovute riserve.
Un personaggio che va contro tutti, si esprime solo a turpiloquio, non ha competenze di nessun genere ed è scorretto e snervante nei confronti a parole; in una società figlia della disinformazione creata da tv e internet (usati nel modo sbagliato) è facile immaginare come solo questo tipo di sagome possa raccogliere il clamore globale. Una figura che cavalca il dissenso, piuttosto che proporre o agire. Questo è quello che mi aspetto quando mi guardo intorno e vedo solo lamentele e banalità, prodotte da chi non sa neanche cos'è sporcarsi le mani. Quando la vicenda sembra svoltare, durante la diretta con Monroe, ancora una volta, come in 15 millions, Black Mirror si dimostra senza speranza e ci consegna un finale apocalittico ed esasperato.
In fondo l'uomo Jamie era sempre stato restio alla sua stessa creazione e il suo tormento interiore è un'altra bella sottotrama del film; in Waldo, la gente è infatuata dell'icona, non della persona, ed è questo l'aspetto più cupo che si potesse immaginare.

Calo fisiologico rispetto alla quasi perfezione della prima serie, in questa seconda trilogia c'è da notare però che, specie negli ultimi due, l'attenzione è posta in particolar modo sul degrado sociale e morale dell'uomo tecnologico, senza più interesse di mostrare un background ulteriormente progredito; in poche parole, le condizioni per simili degenerazioni esisterebbero già e non dovremmo attendere molto per accusarne i sintomi.
8 e mezzo ci sta tutto, per dare comunque l'idea di quali livelli parliamo.
Invia una mail all'autore del commento thohà  15/10/2014 01:00:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ok, ormai è diventata una moda.

FATE UN MINIMO DI FATICA ED INSERITE GLI SPOILER LA' DOVE SONO NECESSARI, se no nessuno legge più i 'commenti' degli altri.

Personalmente non li leggo. Che cacchiè un commento spoileroso?
Dai, raga...