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THE TRACKER - LA GUIDA regia di Rolf De Heer

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  19/12/2006 21:44:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' un piacere ritrovare David Gullpill-pelle di rame, l'attore aborigeno piu' famoso del mondo. Il tempo non è passato invano sul suo volto, ma resta un attore straordinario.
A me "tracker" è piaciuto, e per molte ragioni.
- De Heer tributa il western citando film come "alba fatale" o "balla coi lupi", ha sicuramente amato "dead man" di Jarmush e ne ha colto il suo fine realismo.
- Vanta una colonna sonora pregevole che ricorda Dylan e Robbie Robertson, Phil Ochs e Ritchie Havens insieme, e curiosamente il brano portante del film ricorda l'inno antirazziale "a change is gonna come" di Sam Cooke
- L'interpretazione di Gullpill, fiero e carismatico capo.guida
- Lo stile asciutto, rigoroso (qualcuno direbbe "statico", puo' darsi ma...) e la sottile ironia che lo pervade

Peccato che alla lunga il film sia un po' debole come metafora antirazziale liberista, troppo semplicistico per toccare le giuste corde, troppo convenzionale come pamphlet storico-sociale), ed è in questa fase che il film rischia di diventare, da volonteroso atto d'accusa alla sopraffazione umana, un'opera poco sincera, poichè falsa è la nostra predisposizione verso una cultura diversa e sconosciuta.
Va detto che De Heer non è (ancora) Herzog e si vede.

Pero' restano un paio di memorabili sequenze: l'impiccagione di un'ufficiale bianco che implora pietà ostentando una tardiva, ipocrita tolleranza, e l'ennesimo omaggio a "l'atalante" di Vigo.

Luci e ombre, certo, di un film che comunque merita di essere segnalato: per questo il mio 6.5 si trasforma in un 7