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OCULUS regia di Mike Flanagan

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  15/12/2014 11:25:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Parte in quarta "Oculus", le intenzioni della giovane protagonista sono chiare fin da subito. C'è il desiderio di distruggere un antico specchio a quanto pare, anni prima, causa della rovina della sua famiglia. Riabbracciato il fratello, finalmente rilasciato dopo un lunga degenza in ospedale psichiatrico, e convinto con qualche difficoltà a collaborare nell'impresa, la ragazza fa in modo che tutto sia pronto per la vendetta: trasporta il misterioso oggetto nella casa in cui accaddero quei tremendi fatti e si ingegna per renderlo il meno offensivo possibile.
Colpisce soprattutto per il montaggio il lavoro di Mike Flanagan, il regista costruisce la storia sfruttando due piani temporali ben distinti solo inizialmente, poi amalgamati alla grande con l'avanzare degli eventi. Ben caratterizzato è il personaggio di Kaylie, molto diversa dalla solita survival-girl o dalla classica scream-queen; non è affatto spaventata dai fenomeni paranormali, ne è anzi quasi attratta tanto da sfidarli apertamente. Il soggetto gioca benissimo con la metafora del doppio, argomento molto trattato in ambito horror, comunque qui utilizzato con intelligenza tanto da spiazzare a più riprese lo spettatore. Si resta in perenne bilico tra distorsioni di natura soprannaturale e psichica, indecisi sull'abbracciare o meno la veridicità degli avvenimenti.
A tal proposito è ben costruita la visione a duplice binario, biforcato tra la convinzione cieca di Kaylie e la ragionevolezza del fratello Tim.
Gli sbalzi temporali contribuisco a tenere molto alta l'attenzione, sono però troppo isolati i momenti in cui la tensione ha la meglio.
Di conseguenza la storia intriga ma a latitare è l'angoscia, pochissime sequenze generano inquietudine, anche se un paio di apparizioni e la scena della lampadina sono decisamente di livello superiore. L'assenza di brividi resta però purtroppo un difetto non non da poco.