anthonyf 10 / 10 18/08/2012 14:27:43 » Rispondi Un film di Tornatore semplicemente meraviglioso. Una poesia intensissima, ricca di umanità e di malinconia, che riflette sui perché della vita, sulla speranza e sul cambiamento, snodandosi attraverso tematiche importanti e care al regista, come l'amore in sè per sè, la potenza del cinema e la Sicilia del dopo-guerra, distrutta dai problemi socio-economici ma fiera di essere tale. Un Sergio Castellitto immenso corona il film dall'inizio alla fine, interpretando magistralmente Joe Morelli, un 'sognatore' che vendeva illusione, e che alla fine ha illuso anche se stesso: un uomo la cui vita non è stata delle migliori, un avventuriero all'inizio cinico ed opportunista, ma pur sempre un uomo... una persona che alla fine, dolorosamente, paga per il proprio passato e forse, dico forse, troverà una speranza di redenzione nel finale, nel riascoltare le voci delle persone a cui aveva fatto i provini, persone che per l'unica volta nella loro vita avevano parlato in modo sincero e puro. Una sorta di umano confessore (anche se 'involontario'), di cui le persone si fidavano e che lui, con inconscenza, aveva tradito. Noi tutti spesso siamo "L'uomo delle stelle", diamo speranze a tutti, li illudiamo, senza sapere alla fine che ci tradiamo da soli. Quante volte ci è capitato di guardare le stelle come diceva un pastore nel film... "Io la sera guardo le stelle... le guardo e parlo. Ma davvero c'è il mondo?". Quante voci, quanti ricordi, quante frasi ricche di umanità e di tristezza... grazie Tornatore per i film che dirigi e che puntualmente in Italia vengono criticati e demoliti... grazie di tutto. La potenza del cinema (e del tuo cinema) riesce ad aprire il cuore alle persone, a comunicare direttamente con l'animo umano... il cinema è tale e resterà tale: è un mezzo di comunicazione straordinario, una magia, che riesce a far parlare anche coloro che non proferiscono parola da tanto. Vedi lo strepitoso Leopoldo Trieste, le cui labbra cominciano a tremare e poi la sua voce inconfondibile sussurra: "El quinto rejimiento". Continua così.