VincentVega1 6 / 10 09/01/2010 12:50:33 » Rispondi Film difficile che tratta un tema scottante come quello della pedofilia. Purtroppo però gli stereotipi sono ovunque (fra madri zoc.cole o sceme, padri assenti e ragazzine ninfomani) e non ho visto la sincerità adeguata nel trattare l'argomento. Gli ultimi 30 minuti insieme con il ragazzino moro sono di un'artificiosità imbarazzante, aditi a dimostrare chissà cosa (cioè niente) per poi arrivare al finale con quel pizzico di angoscia e coinvolgimento in più che non guasta mai.
Giusto per capirci meglio: il ragazzetto che si prostituisce arriva a New York, la sua amichetta gli consiglia di proteggersi e lui fa subito l'incontro con un malato di AIDS. Poi cerca un lavoro onesto perché forse inizia ad avere paura di fare incontri poco rassicuranti ed ecco che incontra il picchiatore di turno. E tutto ciò con che funzionalità riguardo al film stesso? Assolutamente nessuna, giusto quella di creare pathos per l'incontro finale col biondino.
Bella invece la descrizione del rapporto fra Neil e il suo allenatore di baseball, decisamente intrigante ed originale. Un punto di vista mai raccontato.
Consiglio di guardarsi "Happiness" di Solondz, il solo discorso finale fra padre e figlio è più sincero, diretto e spiazzante di tutto questo "Mysterious skin".
Bravissimi tutti gli attori, soprattutto Gordon-Levitt e la Shue.
ferro84 19/02/2011 19:46:52 » Rispondi In realtà il film mette in luce il meccanismo autodistruttivo del ragazzo, lui non fa le marchette perchè gli piace, per soldi o per disperazione, lui fa quella vita per farsi deliberatamente del male. In fin dei conti entrambi i ragazzi pagano il conto del loro trauma, mentre uno rasenta la psicosi l'altro è chiaramente vittima di un instinto autodistruttivo.
Magari il film si costruisce in modo diciamo così furbesco ma comunque sincero e non vuole assolutamente cadere nel petetico o nel pietismo.