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LA SIGNORA OYU regia di Kenji Mizoguchi

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amterme63     7½ / 10  16/01/2015 23:05:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il melodramma è un genere oggi pressocché dimenticato. In passato, e soprattutto negli anni '50, ha regalato al cinema opere importanti e di valore. Spicca su tutti il nome di Douglas Sirk, che ha girato veri capolavori del genere. Mizoguchi da parte sua ha diretto un'opera notevole nel genere che è "La signora Oyu".
Il motore dei film melodrammatici è il contrasto fra sentimento e dovere; contrasto oggi quasi inesistente ma che una volta colpiva profondamente l'animo delle persone e ne segnava le esistenze.
In "La signora Oyu" coinvolge tre persone: Shinnosuke, un uomo rimasto orfano da piccolo, dal carattere debole e indeciso, alla ricerca di una donna matura e di carattere che gli faccia da madre; figura che corrisponde a Oyu, brillante e raffinata vedova con un figlio che però non può risposarsi, se non vuole perdere i privilegi e gli agi della sua posizione sociale; nel mezzo ci sta Shiku, la giovane e timida sorella di Oyu, la quale è come soggiogata dalla sorella maggiore, verso cui prova segretamente un sentimento quasi incestuoso, in ogni caso qualcosa di morboso.
Shinnosuke e Shiku finiranno per sposarsi solo per avere un paravento formale che permetta a entrambi di restare a contatto con Oyu, ignara dei complicati e drammatici grovigli psicologici che sconvolgono i due. Tante sono infatti le scene drammatiche in cui Shizu e Shinnosuke cercano disperatamente di fare i conti con i loro conflitti interiori, con i sensi di colpa, di trovare un compromesso fra i sentimenti, i principi etici e le convenienze. Un conflitto durissimo che segnerà duramente le loro vite e di riflesso quella di Oyu.
Infatti alla lunga qualcosa trapela e i pettegolezzi fioccano. Oyu è l'unica che si mostra salda e all'altezza, l'unica "sana" del trio, quella che prova in maniera semplice e diretta e che in ogni caso decide di farsi da parte per tagliare il nodo gordiano che stava distruggendo le due persone a lei più care (i suoi sono sentimenti semplici e spontanei, senza le elucubrazioni di Shinnosuke e Shizu).
Quest'ultimi finiranno la loro vita in modo infelice e inutile. Una canzone cantata da Oyu recita proprio "struggersi non serve a niente". Mizoguchi, pur rappresentando in maniera nobile e sentita il dramma dei due sposi-non sposi, finisce indirettamente per condannare il loro comportamento rinunciatario e chiuso, a favore del modo di vivere di Oyu: solare, aperto, amoroso, artistico. La loro reticenza finirà addirittura per travolgere anche la povera Oyu.
Soprattutto Shinnosuke ha un comportamento incerto, al limite dell'irresponsabilità. E' il tipico personaggio maschile debole e passivo dei film di Mizoguchi. In questo film arriva a esserlo forse in maniera esagerata, a volte incomprensibile. E' un personaggio che lascia sconcertati. Shizu in fondo alla fine si riscatta per la sua grande bonta, per l'altruismo; paga solo il suo morboso legame con la sorella e la reticenza nei suoi confronti.
Per il resto il film soffre delle forzature e delle drammatizzazioni ad effetto, tipiche dei melodrammi.
Molto belle le ambientazioni, le musiche e la sottile poesia di tante scene. Ai lunghi piani sequenza, qui Mizoguchi aggiunge molte scene con riprese in campo medio, contornate da pareti, porte e pavimenti. Molte le riprese con oggetti che si frappongono fra la mdp e i personaggi. Sembra a volte di vedere un film di Ozu.
Nonostante quindi sia un film "tipico" di una certa epoca ormai passati, lo si guarda volentieri anche oggi con ammirazione e piacere.