wega 10 / 10 10/07/2008 17:23:02 » Rispondi Il periodo a cavallo tra l'800 e il '900 è terreno fertile per girare un capolavoruccio. Orson Welles, per il cinema, è stato come il Barocco, quindi la libertà d'espressione, per la storia dell'arte. Se "Quarto potere" è fondamentale anche perchè ha dato voce definitivamente all'importanza di un unico autore al vaglio di qualsiasi operazione all'interno di una produzione, "L' orgoglio degli Amberson" ne è la conferma: un finale roseo, non voluto, probabilmente toglie qualcosa al film, ma non toglie nulla alla drammaturgia e al senso drammatico circa la pellicola in sè. Analizzando la sceneggiatura da un'altro punto di vista, nonostante il titolo, forse il protagonista nonchè motore di tutta la vicenda, è Mr. Morgan. Interpretato dall'amico di Welles, Joseph Cotten, è il personaggio che ha dato il via ad uno sviluppo territoriale che "si espanse tanto in altezza quanto in larghezza"; gli Amberson sono il contorno, ed il simbolo di una società impaurita ed incapace di adattarsi ai nuovi cambiamenti. Un'attentissima analisi storico-culturale, credo l'unica di Welles, trattando sempre, successivamente, drammi con un preciso personaggio. Un film che è l'opposto del suo precedente, di "morte da capitalismo" certamente, ma in questo caso di una morte subita in modo passivo, al contrario di Foster Kane appunto. Tecnicamente si può parlare di un'altro saggio di regia, credo sia il Barocco migliore di Welles alla macchina da presa, un uso incredibilmente perfetto del grandangolare, un mostro, Cortez, come fotografo, fanno di questo film, congetture messe da parte (mi contraddico ma nessuno potrà mai realmente sapere com'era veramente il risultato finale), un capolavoro indimenticabile.
wega 18/07/2008 22:33:25 » Rispondi ..e daje con 'sta drammaturgìa.