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3 DAYS TO KILL regia di McG

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Spotify     6½ / 10  09/08/2015 01:19:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Simpatico thriller con un Kevin Costner che torna nei ruoli a lui più cari anche se con qualche anno in più. Alla fine non è la solita americanata col poliziotto di turno che si improvvisa il rambo della situazione, no, qui, diciamo che vengono mostrate gesta più umane e non situazioni impossibili. La trama è molto intrigante ed è sviluppata molto validamente. Infatti il nocciolo di tutta la storia non ci viene presentato subito ma ben sì dopo una mezz'ora buona. Antecedentemente a ciò, possiamo osservare una vita privata del protagonista allo sbando, tra cattivi rapporti con figlia e moglie e un tumore che sembra non gli lasci nessuna via di scampo. Fin che non gli si presenterà l'occasione della speranza. La regia di McG l'ho trovata abbastanza buona: ci vengono offerti inseguimenti dove c'è suspense, anche se penso che quelli in cui Ethan è sulla bici assumano caratteri ridicoli. Poi sono numerosi gli inserti comico-ironici che in fondo non guastano assolutamente il lavoro. Si alternano bene alle parti dove sopraggiunge un tasso più action/thriller. Buonissima direzione degli attori, magari sono presenti i soliti stereotipi come ad esempio la maliziosa e scaltra donna sexy, però da una pellicola così ci si deve aspettare questo. Gran ritmo, grazie anche alle parti dove si ride di più, e anche proprio perchè tutta la vicenda è portata avanti solidamente. C'è spazio per tutto: dai toni comici alle sfuriate action fino a momenti melodrammatici. Non ci si annoia mai. Un errore che però McG commette è che a volte mette troppo in primo piano le questioni tra il padre e sua figlia, quasi dimenticandosi della trama principale. Infatti, è come se nel film ci fossero due storie parallele: la prima è quella di un uomo che per un farmaco sperimentale che potrebbe curare il suo tumore, deve trovare un potente boss ed ucciderlo per conto di una furba ragazza della CIA, mentre la seconda quella di un uomo che deve tentare di riconquistare la sua famiglia. Tutto un po' troppo scollegato. Fatto sta che le sequenze ritraenti Ethan e sua figlia sono girate molto bene e sono davvero toccanti. Gran caratterizzazione del protagonista, lo possiamo ben osservare nelle sue più diverse sfaccettature: prima è un genitore amoroso e un marito accorto o almeno ci prova e dopo è un poliziotto senza scrupoli e se serve anche particolarmente crudele. Il finale è ben fatto, colmo di tensione e con un singolare (anche se tuttavia non originale) colpo di scena. Fortissima, anche se scontata, l'ultimissima sequenza. Effetti speciali ben dosati e riuscite le scene delle svariate uccisioni. La fotografia non è eccezionale, però nel complesso è riuscita, specialmente nel finale dove assume toni molto interessanti. Scenografie convincenti e molto adatte. La sceneggiatura è valida, magari a volte è un po' ripetitiva, però presenta delle trovate originali, come ad esempio il bisogno di vodka dopo che Costner si prende la medicina, oppure l'affrontare di delicati temi, come ad esempio quello del poliziotto che ha una situazione difficile con i sui familiari o con la questione della gente che gli si piazza in casa. E poi i dialoghi sono ben fatti e talvolta esilaranti. Il cast rende bene: bravo Costner, questo è un ruolo che sicuramente gli garba, recitazione solida e senza fronzoli. Amber Heard non è che faccia chissà che interpretazione ma è troppo, troppo, troppo gnocca. E non dico altro. La Steinfeld, fattasi conoscere 4 anni prima nel "Grinta" dei fratelli Coen riesce ancora una volta a dimostrare di avere una certa stoffa.

Thriller carino, in giro c'è sicuramente di meglio, ma questo non sfigura affatto. Lo promuovo.