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1303 - 3D - LA PAURA HA INIZIO regia di Michele Taverna

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oh dae-soo     4 / 10  26/07/2014 00:54:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E pensare che la soluzione stava tutta nei crediti...

Il titolo intanto, 1303.
Non può essere un caso, deve essere un codice da decriptare, per forza.
Proviamo con diverse combinazioni.
Credo che il valore del film sia nascosto in quelle misteriose cifre.

1 + 3 + 0 + 3 = 7

No, lo escludo. Tranne la trapunta del letto, il personaggio del portiere bavoso, la presa della corrente che si vede per 1 secondo in un'inquadratura e il sollievo che si ha a fine film da 7 non c'è altro.
Nemmeno le due presunte bonazze protagoniste, una, la Barton, che non mi ha mai detto nulla, tanto meno ora che è così in forma

http://www.igossip.it/wp-content/uploads/2013/10/MischaBartoncompletamenteubriaca-540x415.jpg


l'altra, na bionda, anonima più di un sasso in una spiaggia di sassi, con solo due espressioni, da viva e da morta.

3 - 1 + 0 + 3 = 5

Aveva tutte le carte in regola per il 5 in effetti, il classico horror mainstream americano che sai esattamente cosa accade 30 secondi prima che accada, quello della gente che appare e te cammina dietro, quello delle facce atterrite, quello che te more un parente e il giorno dopo te ne frega come se c'avessi le emorroidi, quelli insomma che non hanno niente di nuovo da dare e quello che danno di vecchio spesso lo danno male.
Però, pensandoci meglio, credo che il film sia peggio di questa possibile lettura del codice.

( 1 + 3 + 3) x 0 = 0

O.k, siamo sinceri, non è brutto fino a sto punto dai.
Gli horror da 0 so altri, e qui li abbiamo passati bene o male una decina.
Certo però che in qualche scena c'ha provato a fa sta cifra tonda eh.
Specie, almeno per il sottoscritto, per la peggiore tara degli horror deficienti e malfatti, quella del PENSIERO AD ALTA VOCE, oppure peggio, DELLA DESCRIZIONE AD ALTA VOCE DI OGNI SINGOLA PROPRIA AZIONE

La bionda anonima, no la Barton che è anch'essa anonima ma però ossimoricamente un nome ce l'ha, no, quell'altra, entra su sta stanza e per 20 minuti parla da sola.
"magnifico"
"guarda che vista"
"mi piace"
"questo dove lo metto?"
"e questo che cos'è?"
"questa come la faccio?"
"ho rischiato di restare uccisa da una tavola da stiro!"
"e' un appartamento così bello..."
"è quanto ho sempre sognato di avere"

tra le altre

senza che ci sia nessuno. Ogni suo pensiero, tra l'altro di una piattezza unica, tipo i pensieri primitivi dell'uomo primitivo, è svelato ad alta voce. Probabilmente per un pubblico di non vedenti.
Anche se in quel caso mi sarei aspettato una ipotiposi ancora più marcata, tipo:

"questo cavatappi di ferro che sto usando per aprire la bottiglia si è rotto"

senza limitarsi al semplice

"si è rotto"

questo dell'ipotiposi è un virus ineliminabile

ma la candidata migliore per raggiungere il voto 0 è stata la caduta (santa caduta che ce n'hai tolta dalle palle una) della bionda anonima per strada.
Il suo fidanzato esce dal palazzo, sente le sue grida (ovviamente sopra di lui PERFETTAMENTE) ma GUARDA AVANTI. E ha ragione lui! perchè la ragazza, malgrado cada aggrappata alla ringhiera, quindi in senso verticale perfetto, viene ritrovata dal ragazzo 15 METRI davanti a lui e alla porta di uscita del palazzo, nemmeno si fosse buttata dalla finestra cercando di battere il nuovo record di salto in lungo (con asfalto al posto della sabbia)
Ma, a parte ste cose, il film non è da 0.
Paradossalmente perchè è più noioso di un film da 0 e la noia, si sa, è indice di mediocritas.

(1 + 3) + (0 x 3) = 4

ecco, credo sia questo il voto giusto per un film di una noia mortale, che va avanti come un vecchietto con il bastone che fa i 100 metri. Un vecchietto che

- sai che ci metterà tantissimo a percorrerli
- sai perfettamente che andatura mantiene e puoi prevedere ogni suo passo
- l'unica speranza che puoi avere è che cada

parlavo dei crediti, che tutto il segreto di 1303 fosse là

ecco, il voto l'abbiamo decriptato

il resto stava nel nome del regista

Michael Taverna

lascio a voi ogni possibile battuta la riguardo, io me cavo da cogliòni che me viè da ride