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ROMPICAPO A NEW YORK regia di Cédric Klapisch

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     6½ / 10  22/06/2014 23:57:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ogni regista ha il suo Antoine, anche se Jean Pierre Leaud era certamente più carismatico di Duris, più che altro un discreto erede di George Segal. Strapiace il modo brioso e accattivante di Klapisch di fare cinema, dove corrisponde un'America un po' da incubo, rassicurante ma pur sempre (troppo?) coercitiva. Come sit-com non delude di certo, Klapisch conosce Neil Simon e (ovviamente) Woody Allen, forse anche Mazursky, però si dilunga troppo in un brodo che rischia più volte di frantumarsi in troppi cliché. E tuttavia in questa trasferta americana si avverte lo stile di una sceneggiatura alla francese, pensiamo solo alle commedie di Sautet, con il classico sventurato uomo alle prese con le difficoltà sentimentali verso l'altro sesso. La cosa migliore del film è la deriva etnica, che funziona, perché trasmette il senso di appartenenza/separazione di una nazione come gli Usa, dove tutti sembrano integrati perfettamente e invece non lo sono. La Chinatown filmata nel suo chiassoso "ghetto" mediorientale
è resa con efficace maestria. Si avverte lo spirito dissacrante di una way of life mooolto tardiva, ed è come se volessimo tutti riappropriarci di una vita irregolare che, donatori di sperma e coppie alternative a parte, non ci appartiene più. Decisamente carino