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L'OMBRA DEL DUBBIO regia di Alfred Hitchcock

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Godbluff2     7½ / 10  27/07/2022 15:12:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un piccolo classico della sua filmografia, un bel film, ma decisamente non uno dei miei preferiti di Hitchcock e, francamente, mi ha un po' deluso, mi aspettavo qualcosa di più da "Shadow of a Doubt". Era uno dei suoi pochi classici che ancora non avevo mai visto, appena recuperato, naturalmente visto in lingua originale dato l'ancora non riparato scempio del doppiaggio italiano (iniziai a vederlo tempo fa, fuggii via dopo un quarto d'ora di sofferenza).
Certo, ci sono belle idee e belle cosucce che certificano la maestria registica di Hitch.
La costruzione della storia tutta giocata sulla dialettica del doppio tra lo zio Charlie (il male) e la nipote Charlie (il bene) e i giochi "di coppie" che si riverberano un po' lungo tutto il film, mostrati con scelte visive nella messa in scena o narrativamente; l'attenta costruzione psicologica dei personaggi attraverso le sapienti scelte delle inquadrature, dei dettagli delle mani, o degli sguardi; interessante anche la progressiva e inarrestabile degenerazione del rapporto tra i due protagonisti che parte da una situazione completamente idilliaca e poi marcisce sequenza dopo sequenza, prima con i crescenti sospetti, poi con il disprezzo, l'odio, i tentativi d'omicidio.
Altra cosa notevole, il modo in cui Hitchcock sottolinea l'ipocrisia della piccola cittadina di periferia, dove il mantenimento della rispettabilità e il terrore di possibili scandali domina su qualsiasi altro aspetto, ed è proprio Charlie a farsi "promotrice" di questa ipocrisia, sembrando fino alla fine più concentrata nell'evitare che la vera natura dello zio venga scoperta dal resto della famiglia e, ancora peggio, dal resto del paese più che sul cercare di fermare un parente serial killer o evitare di farsi ammazzare; un comportamento grottesco, che è una critica ben precisa di Hitchcock. Tanto che, vedi scena finale, resterà lei l'unica detentrice della verità sullo zio Charlie, riuscendo a mantenere le ipocrite e false apparenze idilliache.
Dunque questo film ha molte cose intriganti e interessanti, eppure è decisamente inferiore ai più grandi film del maestro inglese.
Al di la di un finale affrettato e confusionario nel voler accelerare proprio all'ultimo spingendo sul pedale della tensione, le belle idee non sempre vengono messe in scena con la lucidità consueta delle sue opere pienamente riuscite, né sono sempre credibili le reazioni dei personaggi o i loro rapporti, così come poco riusciti sono alcuni personaggi come quelli dei due poliziotti/detective.
Certo, ci sono zuccherini deliziosi di humor nero come i dialoghi tra il padre di Charlie e il suo amico che passano il tempo a pensare a quale sarebbe il modo migliore di commettere un omicidio ed è anche interessante scovare i molti riferimenti autobiografici che Hitchcock sparse per l'intero film, nei tratti di alcuni personaggi, nelle loro abitudini o in altri dettagli, tuttavia è un film che non funziona pienamente a mio avviso, in primis proprio nella figura dello zio Charlie, piuttosto fumosa e male approfondita a livello narrativo, per quanto Hitchcock ci suggerisca la sua psicologia attraverso inquadrature su gesti, sguardi e reazioni e per quanto il bravo Joseph Cotten offra un'ottima interpretazione del personaggio, molto credibile, mellifluo, diabolico. Anche Wright è brava e le buone interpretazioni dei protagonisti sono un altro motivo per considerare questo un indubbio bel film.
Semplicemente, lontano dai livelli più alti di un signore che ci ha regalato alcuni dei migliori film nella storia del cinema.