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L'OMBRA DEL DUBBIO regia di Alfred Hitchcock

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     9 / 10  07/05/2005 23:45:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Ricordero' questa città come il mio focolare"


Danneggiato in parte da un doppiaggio vergognoso, L'ombra del dubbio è senza dubbio uno dei più grandi film di Hitchcock (non per nulla resta il suo favorito). Con più calma, lo si scoprirà perfetto.
Un tema ricorrente del film è l'assoluta impotenza del cuore di vedere oltre la passione e l'affetto che viene trasmessa a un membro della famiglia attraverso la famiglia stessa. Zio Spencer è davvero tanto amato o è soltanto la proiezione radicale dell'uomo di famiglia abbiente e proprio per questo prestigiosamente assunto a Icona del clan? Di fronte a Charles, tutti gli altri non sentono il bisogno di proteggerlo, perchè non possono credere chi e cosa si nasconda, in questo senso la dimora (o l'illusione di una vita normale, come quella del Cruise di Collateral) assume la dimensione di un'ultimo viaggio, entro il quale egli si nasconde, oppure spera di poter dare alla vita una ragione di sopravvivenza ancora dignitosa. Ma è sovrastato dall'inopportunità che tutto sia come davvero crede: Hitchcock mette abilmente in scena uno script dove una ragazzina secchiona e impertinente che divora libri e un'appassionato di criminologia (Cronyn), amico di famiglia, non possono risolvere alcunchè Moralmente inaccettabile dunque che il personaggio apparentemente più idealista e ingenuo del film, il membro della famiglia più entusiasta, sia anche colei che empatizza i riflessi i tramandi e i moniti altrui molto più di quanto farebbero gli altri Hitch svela subito "il dubbio" sul protagonista, ma lascia che il tempo testimoni di quanto avesse ragione Attraverso una serie di indizi - l'anello, le note dell'operetta Merry Widow, l'articolo sul giornale, la scala sabotata - egli porta l'Angelo del focolare alla sua dimensione retriva e inconfessabile.

"Perchè pensare al passato? Nè al passato, nè al futuro... solo l'oggi esiste, questa è la mia filosofia, l'Oggi"


Nella "politica" di Hitch un amato parente di idee reazionarie puo' essere un'inopportuno ma amabile sconfessore dei princìpi americani. Tutto va contro la necessità della famiglia di mantenere un certo tedioso allineamento al sistema, che vive tra parties, castità, club e, appunto, "apparenza". Tutto cio' nonostante la fragilità dell'insieme, nel raffronto drammatico con una superficialità anche meschina, o del sogno di una simbiosi ideale con chi ne è sopraffatto, o anche tardivamente affascinato.

Fino al finale, a cui forse avrà pensato Billy Wilder un anno dopo.

A ricordo di tutto cio', Hitch individua - in una commossa requisitoria che è anche un pietistico senso del vuoto di una certa "umanità" - l'impossibile esaltazione della vita quando non appartiene più a se stessi

Straordinario, solenne e inquietante, Joseph Cotten, esule fresco dai discussi incensi e dalle molte glorie con Orson Welles