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L'OMBRA DEL DUBBIO regia di Alfred Hitchcock

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Ciumi     8½ / 10  04/09/2009 18:19:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
“Un film...non ha bisogno di essere capito, basta che sia sentito. Per ogni spettatore vedere un film deve essere soprattutto un’esperienza personale, intuitiva.”

Partendo da questa piccola considerazione di M. Antonioni, ecco il grande dilemma: un film deve limitarsi d’essere concepito come un prodotto gradevole e ben servito, o all’inverso rimanere un’esperienza intima che prescinda da ogni sorta di compromesso? In quanto a Hitchcock penso valga indubbiamente la prima delle ipotesi, seppure, detta così, può sembrare limitativa.
Credo infatti che il suo linguaggio, se vogliamo spesso analitico e un po’ artificioso, nasca sì dalla necessità di trattare tematiche che suscitino interesse al grande pubblico, ma ciò nonostante dal desiderio di una comunicazione non meno imprescindibile, intima e profonda.
Vi è anzi la sensazione che la sua poetica riesca a trovare più facilmente sfogo in questa sua volontà d’essere compresa, condivisa ed apprezzata, che liberi l'autore dall’inibizione di un discorso troppo personale, e ne stagli con più chiarezza i lineamenti del suo pensiero.
Essa si poggia sempre su di un minuzioso svisceramento psicologico dei personaggi che viaggia parallelamente allo svolgersi intricato della vicenda, anzi il più delle volte più acuto e complesso dello stesso; ancora più evidente quando si parla di questo film, perché privo di quei piccoli artifici che abbiamo talvolta riscontrato in gran parte della sua sterminata produzione.
Il suo linguaggio è qui più sobrio, il mistero è ben raccontato, più che dall’intreccio dei fatti (comunque mai banale), dall’identità ambigua del protagonista, dai dubbi della giovane nipote, talvolta dai silenzi, dalle ambientazioni suggestive, dalla suspense eccezionale, dal male che si cela dietro alla “normalità”.
Personalmente, tra i film meno noti del grande maestro, quello che più ho apprezzato.