martina74 8 / 10 05/04/2007 13:09:15 » Rispondi L’uomo in più è quello in campo, nello schema a rombo, o uno dei due Antonio Pisapia? Uomo in più o uomo di troppo? “Il calcio è un gioco, e tu sei sempre stato un uomo triste”. “Io mi ricordo tutto, ho tirato coca per vent’anni ma mi ricordo tutto. Io sono un uomo libero”. Un Antonio troppo integro, un Antonio devastato, un Antonio silenzioso, un Antonio fin troppo loquace, uno distratto, uno troppo presuntuoso, uno arroccato nei suoi schemi, uno traditore, egoista, sordo, inabile a condividere ma capace di umiliarsi, schiavo di un passato di gloria che si riflette ormai solo in una casa sfavillante ma piena di polvere ed echi di vuoto. Due Antonio Pisapia diversi dal difuori, ma che si confondono negli aggettivi, legati dal nome e dal destino che li condanna all’oblio, all’abitare un unico possibile non-luogo. Due Antonio Pisapia sconosciuti l’uno all’altro fino alla catarsi circolare di un curioso riscatto finale.
Meno iconica e “straniera” del successivo “Le conseguenze dell’amore”, questa splendida opera prima di Sorrentino possiede un’altrettanto esplicita, lacerante malinconia che traspare sconvolgente da ogni inquadratura: disegna con tratto sottile e realistico i volti di due uomini che avevano scritto il proprio nome sulla strada della fama e lo ritrovano nelle pagine della cronaca nera provinciale. Il film è accompagnato da una bellissima colonna sonora, con canzoni à la Fred Buongusto scritte da Peppe Servillo (il vero fratello di uno degli Antonio) e dallo stesso regista, affiancate a pezzi degli Air – tra gli altri – e da un’intrigante versione di “I will survive” riarrangiata dai Cake. Sorrentino è decisamente uno dei migliori autori del cinema italiano contemporaneo.
Su tutte, spicca per grottesca ironia la scena di Antonio che partecipa alla festa di carnevale vestito con la divisa della Juve, mentre tutti sono in abito da sera: già dal suono dei tacchetti, prima di vedere l’abbigliamento, si intuisce l’ennesimo fallimento di un uomo triste, condannato a essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Amarissimo.