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L'UOMO IN PIU' regia di Paolo Sorrentino

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andreapau     7½ / 10  03/07/2007 11:52:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cio' che amo del cinema di Sorrentino,è la possibilità di seguirne il canovaccio poetico brandendo la matassa in qualunque punto,invertendo l'ordine dei fattori senza che il risultato di comprensione cambi.Nella mia esperienza,aver visto nell'ordine la sua opera seconda,poi la terza e infine la prima,non è stato infatti fonte di problema alcuno.Sembra nascere e morire ad ogni film,crescere e svilupparsi nel volgere del lungometraggio,svilppare e sviscerare la poetica dei perdenti vincitori,degli eroici mediocri,degli stopper,dei mediani,delle miss Latina,dei banchieri usurai,della città di provincia,delle squadre di provincia,dell'Europa di provincia,degli amori di provincia.Insomma,con Sorrentino i riflettori si spostano da Bene e Male,a Medio o meglio Mediocre.La Medietà elevata a poetica,che finalmente appare ai nostri occhi,giustamente e misuratamente esaltata a fronte della consueta eclisse di cui è oggetto.Tutto è medio,i nomi sono medi(Pisapia Antonio,Di Girolamo Titta),che fanno i calciatori ma non sono centravanti,o che lavorano con i soldi ma non sono bancarottieri da spy story,che vengono da un Sud che non è "quel Sud",giocano per le coppe europee ma non "quella coppa europea",che lavorano in Europa,ma non in quella di Bruxelles dove si giocano i destini nostri...è l'Europa ospedaliera asettica,la Svizzera pulita della quale si parla poco.E'la poetica del cantante di successo,del crooner all'amatriciana,dell'americano a Rieti(nemmeno a Roma).E'un'Italia che esiste,galleggia e non strepita,si arrangia e sopravvive senza avere voce.Forse nemmeno si accorge di vivere,sogna di andare via,di fuggire lontano,di meritare qualcosa che nemmeno immagina cosa possa essere.Ci sei?non ci sei?non è un problema,chiunque di noi,a scelta,puo' essere L'uomo in piu'.inutile quanto superfluo.
Pasionaria  01/05/2008 10:11:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Andrea, ho visto le opere di Sorrentino nel tuo stesso ordine e condivido ciò che affermi riguardo la peculiarità di questo eccellente regista, la possibilità cioè di leggerlo invertendo l'ordine dei fattori, senza nulla togliere alla comprensione del messaggio.
Le storie, i personaggi, gli ambienti portano sempre ad un comune denominatore: il disagio di vivere dissacrato da una sottile ironia capace di convertirlo in una vittoria.
Amo Sorrentino e adoro il suo alter ego Servillo.
Ciao