syugi 8½ / 10 24/09/2007 15:14:36 » Rispondi Un parallelo ben riuscito tra le vite di due uomini, due personalità diverse, due modi di stare al mondo differenti. Entrambi all' interno di ambienti corrotti, l' aspirante allenatore cerca di affermarsi attraverso l' onestà, la passione e dedizione, il cantante con la stessa passione cerca invece di arraffare quanto più possibile con ingordigia, guidato unicamente dal conseguimento del piacere personale. Ad un certo punto tutto va in malora, cadono nell' anonimato, abbandonati dalle persone più vicine, soli. Una paralisi della coscienza, un' isolamento interiore devastante, la lotta disperata per riemergere, per riappropriarsi della loro vita o meglio della vita che vorrebbero condurre. Un incontro inaspettato, un incrocio di sguardi intensissimo, più eloquente di qualsiasi discorso. Un momento di vera umanità, l' uno di fronte all' altro, nudi, senza speranze o vacue illusioni...dimenticati, perchè esistere? Per chi esistere? Per amor della vita stessa che è libertà nella sua essenza..allora il suicidio non è contemplato all' interno delle possibilità di un uomo, ma è rinuncia di quest' ultime. Un film che senza moralismi cerca di ritrarre l' esistenza nella sua verità, con disincanto Sorrentino inneggia ad una piena adesione alla vita possibile soltanto con un pizzico d' ironia e leggerezza (momenti che non mancano all' interno della pellicola). Una poetica esistenziale che conduce all' esaltazione dell' uomo libero..meraviglioso Sorrentino.
Il calcio è un gioco, tu sei una persona fondamentalmente triste-il regista oltre a suggerire un' analogia (gioco/vita), ribadisce l' inadeguatezza dell' atteggiamento esistenziale di Pisapia che lo porterà precocemente alla Fine. Al contrario, Tony con un riscatto finale (momento importante per l' evoluzione del personaggio che si ripete nel film successivo "Le conseguenze dell' Amore") ritroverà la sua libertà con una sonora risata dietro le sbarre. Immagine finale efficace e praticamente perfetta.