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IL CASO PARADINE regia di Alfred Hitchcock

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Dom Cobb     6½ / 10  09/02/2019 20:42:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La vedova del ricco e cieco colonnello Paradine viene arrestata con l'accusa di aver avvelenato, o quanto meno organizzato l'avvelenamento del defunto marito. Il suo legale contatta uno dei migliori difensori sulla piazza in vista del processo, Tony Kane; questi però s'innamora fin da subito della vedova, e la sua ossessione per lei finirà per incrinare l'altrimenti felice rapporto con la propria devota moglie...
Sul finire degli anni quaranta, Alfred Hitchcock non è ancora diventato il maestro della suspense che tutti conoscono, e il suo nome è legato per lo più a thriller buoni ma non grandiosi o a melodrammi romantici a sfondo gotico; per cui, anche col senno di poi, è affascinante scoprire nella sua filmografia niente meno che un dramma giudiziario, unico esempio di questo genere fra le produzioni del grande cineasta. Dopo averlo visionato, e anche dopo aver curiosato un po' nei dietro le quinte della sua realizzazione, posso anche capire perché sia stato l'unico.
Il film guadagna la sufficienza grazie all'enorme professionalità con cui è girato, fra scenografie (a tratti anche troppo) imponenti, uno splendido bianco e nero ricco di contrasti e innovativi utilizzi della macchina da presa,


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il budget speso, per lo più cortesia del magnate David O. Selznick, si vede tutto; inoltre, il cast è stellare e comprende oltre a divi già affermati come Gregory Peck e Charles Laughton anche future celebrità come Alida Valli e Louis Jourdan. Tutti loro danno del loro meglio, soprattutto i sopracitati nuovi volti, alla loro prima apparizione in un film americano. E se la vicenda rimane credibile e interessante dall'inizio alla fine è soprattutto per merito loro.
Questo perché, diciamoci la verità, sul lato della sceneggiatura il film è una totale confusione: si tratta della commistione da un lato di un mistero dalla prevedibilità disarmante,


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dall'altra di una storia d'amore che non ha assolutamente senso. I personaggi si comportano in modo insensato solo per continuare a fabbricare conflitto fra di loro e le motivazioni che danno per giustificare le loro scelte sono una vagonata di assurdità prive della benché minima logica.


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La stessa cosa si può dire per altri aspetti della trama, dove in mancanza di un qualsiasi conflitto ci si inventano di sana pianta discorsi che non stanno in cielo né in terra per il puro gusto di inscenare siparietti da melodramma da quattro soldi.


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Insomma, a cose fatte permane un senso non di delusione, né tanto meno di rabbia o offesa, perché in fin dei conti non stiamo parlando di un disastro totale; è soltanto un film confuso, senza un'idea precisa in testa di cosa vorrebbe essere e di come esserlo al meglio. E viste le interferenze del produttore Selznick, che ha letteralmente tolto di mano il film ad Hitchcock in fase di montaggio per cambiarlo a suo piacimento, e il disinteresse dello stesso regista, che l'ha realizzato solo per dovere di contratto, la cosa non mi stupisce. Un tassello minore nel mosaico del maestro della suspense, e a ragion veduta.