Una pellicola incentrata sulla volontà di un individuo. Un prodotto particolare, avulso dall'abituale thriller di stampo Hitch, che partorisce il suo personaggio più complesso e maledetto (forse alla stregua di La donna che visse due volte). Alida Valli è la donna in grado di soggiogare a se chi desidera; Hitch ci dipinge il volto di una donna che, a modo suo ama con passione travolgente, eppure resta impassibile, conscia del suo peccato dinanzi alla legge. Il giudizio è l'altro elemento, rappresentato da un lato dai volti della gente e dell'altro dal cinismo del magistrato -un biblico C.Laughton -
Non va ricercata la suspence, ne tantomeno l'azione. Le scene sono lente, ma poco importa con un'analisi sulla protagonista così interiore e un sibolismo talmente fitto.
Da rilevare la passionale prova di Gregory Peck ma va resa giustizia: quanto di suo abbia messo in questa pellicola Alida Valli è un atto d'amore per l'arte. Quanto poco sia stata considerata questa attrice nello scenario cinematografico internazionale lascia dubbi e perplessità.
wega 05/03/2008 13:21:21 » Rispondi Tra l'altro stupenda in "Senso". Sono dell'idea però che la suspance invece sia stata cercata, e creata, con l'uso del linguaggio cinematografico, tipico elemento rappresentante tutti i suoi futuri veri capolavori, parlo della recitazione imposta senza possibilità di replica da parte degli attori, dalle inquadrature, il montaggio da un primo piano all'altro in sede processuale, certe carrellate o piani sequenza in soggettiva (della moglie) in momenti clou, quando ad esempio Peck parla delle stupende caratteristiche dell'imputata, e la moglie se ne accorge..tutte queste cose, a me hanno dato vera tensione, anche per l'atmosfera noir che crea la miscela di tutte queste cose nel contesto specifico.
Pink Floyd 29/05/2008 22:23:33 » Rispondi notevole riflessione! è un invito a rivedere la pellicola...