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IL CASO PARADINE regia di Alfred Hitchcock

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atticus     8 / 10  08/11/2011 00:53:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tra gli incompresi della filmografia del maestro, "Il caso Paradine" è un maestoso melodramma giudiziario attentissimo ai ritratti psicologici dei personaggi: l'avvocato è l'emblema dell'uomo hitchcockiano tipo, inizialmente sicuro nella professione e negli affetti, poi vittima della rete di una donna fatale che lo farà precipitare in un vortice di instabilità; c'è poi l'impercepibile dark lady piena di segreti; e la moglie fedele e virginale, piena di conflitti interiori e di insicurezze (forse la figura meno riuscita da un punto di vista sceneggiativo perché troppo 'complessata').
La storia è molto affascinante ma le sciagurate pressioni del produttore Selznik (che addirittura arrivò ad attribuirsi gran parte della sceneggiatura) smorzarono irrimediabilmente la vena morbosa che unisce difensore e accusata, rendendo a tratti verbose le scene in tribunale. Per fortuna Hitch ripara con una regia di altissimo livello: memorabile come presenta in scena in maniera analoga sia la Valli che Peck, stupefacente l'entrata in aula di Jourdain attraverso una lunga panoramica circolare che pone al centro il volto altero e sprezzante della Valli, geniale la ripresa angolare dall'alto di Peck nel momento in cui ammette alla corte il suo fallimento (noi lo giudichiamo dall'alto come perdente alla maniera di un giudice supremo, la stessa soluzione ritornerà in "Delitto perfetto").
Perfetti gli attori, su tutti la splendida Alida Valli, indimenticabile nella sua algida bellezza, fiera e lugubre come mai era riuscita ad essere nei lacrimosi polpettoni che le facevano fare in Italia (non a caso il ruolo fortemente negativo che interpretò in questo film fu per lungo tempo un onta che in patria non le venne perdonata).
Tuttavia Hitchcock lo terminò tra enormi difficoltà e sull'orlo della disperazione, scontento sia dei divismi del cast (la Valli pretese di non essere mai inquadrata a figura intera, e il regista non fece mai mistero di aver desiderato come protagonisti Laurence Olivier e Greta Garbo) che delle prepotenze di Selznik, col quale ruppe definitivamente ogni rapporto dopo il film.