wuwazz 8 / 10 19/07/2015 13:44:39 » Rispondi "Peccato, poteva essere un capolavoro, invece è solo un film eccellente".
Magari mi sbaglio, ma sebbene Babadook sia un buonissimo film, credo che non potrà mai diventare un cult classic, e ciò per svariati motivi.
Quello che mi ha colpito maggiormente è l'incredibile qualità dei singoli reparti, a partire dal disturbante e magnifico sound design. Mostruose recitazioni (soprattutto la mamma, che se fosse stata interpretata da una Meryl Streep qualunque, probabilmente sarebbe stata candidata ad un miliardo di premi in giro per il mondo), una regia e un montaggio saldi e consapevoli, uno scary theme (babadook e il libro di babadook) molto ben congegnati e davvero spaventevoli (anche la caratterizzazione di babadook è perfetta), e la proiezione "oltre la dimensione dell'horror. Babadook, inoltre, è un film molto intelligente, che difficilmente potrà piacere ai ragazzi/adolescenti che si precipiteranno al cinema in cerca del nuovo horror commerciale. Non è propriamente - non è pensato per essere - un film per ragazzi. E' un film "colto", un film destinato non agli amanti dell'horror, ma ai cultori del cinema di genere "horror"/mistery a tutto tondo Chi ne ha visti tanti (se non tutti), non potrà non notare le decine (decine!) di "citazioni" presenti nel film; citazioni che a volte si manifestano solo in una inquadratura, altre volte sono proprio riproposizioni dello stesso tema/soggetto. La lista è lunghissima, e solo per stuzziacre chi sta leggendo, faccio qualche esempio: Cinema horror giapponese (suoni, regia, montaggio, presenza mostruosa), cinema horror coreano (suoni regia, preponderante drammaticità del soggetto), cinema di Kubrick (suoni, fotogrammi-citazioni, introspezione, soggetto), cinema di Lynch (introspezione, oniricità), Tomas Alfredson, rosemary's baby, Omen, i vari film sugli esorcismi e le possessioni, e la lista potrebbe continuare ancora per molto. Chi ne ha visti tanti, come dicevo, può apprezzare molto la fattura del film e tutti i suoi rimandi/componenti, che sono tenute insieme da una regia, un montaggio e un montaggio sonoro veramente notevoli. Vista la notevole quantità e la non spudorata dichiarazione, voglio concedere a Babadook il "privilegio contro l'autos*******mento": qui non si attinge a mani basse a casaccio dal cinema horror per fare cassa (come accade nella maggior parte dei casi), qui l'intenzione c'è l'intenzione sincera di fare
Insomma, molte cose pregevoli, che faticheremo a ritrovare in altri film. Purtroppo, però, in mezzo a tutta questa "pregevolezza", babadook ha un paio di difetti che sono come "quei 2 graffiettini nell'angolo dello schermo del tuo pc". Sono due, forse tre piccoli graffiettini, che non si noterebbero nemmeno, se non fosse per il fatto che... esistono. E ogni tanto, per quanto tu ti possa sforzare di non vederli, ci sono, e sono lì: tre piccoli graffiettini.
Innanzi tutto partiamo da un difetto che è proprio di Babadook tradotto in italiano: la voce del bambino. Odiosa, insopportabile. Chi ha visto anche la versione originale, può capire di cosa sto parlando. La recitazione del bambino è perfetta: sebbene il bambino infatti sia "difficile", i toni del bambino tendono a creare quell'empatia con lo spettatore che sarà importantissima sul finale. Questo tipo di empatia viene in parte a mancare allo spettatore italiano, perchè i toni del bambino italiano enfatizzano il lato fastidioso di questo, e non anche quello amorevole, simpatico. sotto questo punto di vista, non posso che consigliare la visione in lingua originale.
Il film funziona bene al 98%, e cioè quando viaggia sui binari del "già visto". Appena prova ad uscire un attimo dal selciato qualcosa non funziona (o meglio, funziona solo a metà), così per esempio
quando si tratta di sviluppare l'importantissimo climax finale, l'apice della tensione, che consiste nell'inseguimento della mamma ormai uscita di senno che vuole uccidere suo figlio, la regia non riesce a trovare la strada ottimale. Non c'è, per intendersi, quella scena topica del Nicholson che spacca ad accettate la porta della camera d'albergo dove la moglie e il bambino sono intrappolati. C'è tensione, ma non quella tensione culminante che ti tiene completamente col fiato sospeso.
Questo è forse il lato più problematico di babadook: sebbene sia un film eccellente, non riesce a trovare una propria dimensione. Babadook non esisterebbe se non esistessero tutti i suoi illustri riferimenti. Sotto questo punto di vista, non riesce ad aggiungere niente di veramente proprio al genere, sebbene sia un film di genere ai massimi livelli. Sotto questo punto di vista forse si potrebbe parlare di Jennifer Kent come "genio compilativo, ma non creativo".
Una cosa che - almeno a me - ha dato fastidio, è il taglio horror giapponese di alcune scene in stile "the grudge":
Sto parlando dell'inutile voce "rettiliana" di babadook al telefono, che secondo me poteva essere - e doveva essere - completamente evitata, come poteva essere evitata, nella scena della "possessione", l'immagine del babadook/lucertola che si arrampica sul soffitto. Meno fai vedere, più la figura è avvolta dal mistero, più il film funziona. C'erano sicuramente delle soluzioni molto più eleganti che potevano essere intraprese. Condannare babadook (un personaggio strainquietante) ad una caratterizzazione mostro-giapponese mi sembra assolutamente sbagliato: perchè il concetto interessante di babadook non è quello che senti o vedi di lui: è una presenza continua che c'è e non c'è, è la follia che si sta impadronendo di te. Cercare di rappresentare la follia non ha alcun senso, perchè va bene che ognuno magari la rappresenta in maniera diversa, ma è anche vero che il cinema dovrebbe avere uno scopo comunicativo, e si raggiunge e si colpisce molto più l'immaginazione non facendo vedere qualcosa che facendola vedere.
In effetti, non capisco questo scadere nel lato teen-movie, quando invece, soprattutto nei minuti finali, il film si dichiara spudoratamente autoriale (con autoriale intendo un film non banale, che vuole trascendere il genere horror per entrare nell'universo dei big (penso/ mi riferisco soprattutto al "Let me in" di Alfredson).
Un'ultima cosa: personalmente non ho apprezzato il taglio eccessivamente femminile di alcune scelte registiche
una su tutte: la scena del vibratore. Non che sia di cattivo gusto, ma è una sequenza assolutamente fine a se stessa, inutile e stridente con il resto del film. Di fatto, il lato "frustrazione/desiderio sessuale" è appena accennato nel film, e si concreta più che altro negli sguardi della mamma col suo collega di lavoro. Ma è giusto, nel complesso, un minuto di film (forse neanche). Insomma: del vibratore se ne poteva decisamente fare a meno. L'ho vista come una specie di rivendicazione registica femminile del tipo: "tutte le donne lo fanno, io lo faccio, non c'è assolutamente niente di male, e allora lo metto nel film." Il problema è che alla fine col film quella sequenza non ci incastra un c@zzo, non è funzionale allo sviluppo. Invece, ad esempio, la passione del bambino per la magia è super funzionale. all'inizio pensavo che avesse solo uno scopo "riempitivo", invece piano piano si capisce l'importanza di questo elemento. questo aspetto mi è piaciuto un sacco.
In definitiva, un bel film di respiro decisamente ampissimo, del quale si potrebbe parlare a lungo senza rischiare di scadere nei soliti discorsi.
Peccato, poteva essere un capolavoro, e invece è solo un film eccellente.
wuwazz 19/07/2015 13:48:19 » Rispondi "......qui l'intenzione c'è l'intenzione sincera di fare"
doveva essere: "c'è l'intenzione sincera di fare buon cinema."
El merendero 19/07/2015 20:34:06 » Rispondi Ma guarda oltre a Lynch e Kubrick, ne avrei detti altri tre o quattro.
Murnau ci starebbe bene, da inserire tra "l'intenzione di fare buon cinema" e "genio compilativo". Per non parlare del maschilismo del mostro, un soggetto da teatro sociale alla Ibsen. Che dire poi delle illuminate scelte cromatiche e qui il pensiero va alle scenografie del Tannhauser di Wagner. E non è tutto, difficile non citare Robert Wiene e "Il gabinetto del dottor Caligari". Tra Babadook e Caligari ci passano 90 anni di allucinazioni, stesso cappello, stesso abito, stesso genio, quello compilativo di prima, s'intende.
E' un gran film, senza dubbio. Non nascondiamoci. Un capolavoro, con C maiuscola o minuscola a seconda della vostra grammatica. E' un effetto "Schufftan" continuo. L'unica pecca, se proprio possa esistere in un'opera del genere, è la mancanza del 3D. Sì ... una terza dimensione bioplastica avrebbe dato maggior introspezione alla materia di cui è fatto Babadook. E poi sarebbe stato un doveroso omaggio ad Enrico Prampolini. Pace all'anima sua.
wuwazz 19/07/2015 23:32:53 » Rispondi Mi sarebbe piaciuto in effetti un effetto Caligari: qualche richiamo scenografico un poò "storto".
Comunque il 3d avrebbe dato effettivamente una chiave di lettura ulteriore: come il libro pop-up, lo spettatore avrebbe saggiato anche lui un "effetto pop-up". Effettivamente figo, non ci avevo pensato
hghgg 19/07/2015 15:50:02 » Rispondi E ci sono riusciti, a fare del buon cinema. Non so se non diventerà mai un "classico", potrebbe benissimo riuscirci, lo dirà il tempo; di sicuro nemmeno per me è un capolavoro, di quelli con la C maiuscola, però è un gran film e, soprattutto nel suo genere di appartenenza, è un mezzo miracolo quindi bene così, benissimo.
wuwazz 19/07/2015 15:58:39 » Rispondi Indubbiamente. Forse anche perchè la produzione non è americana