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ANIME NERE regia di Francesco Munzi

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ivanello     7 / 10  29/09/2014 12:22:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ero indeciso se mettere 6,5, perchè penso fosse il voto più adatto. Tuttavia voglio dare mezzo voto in più perchè il film racconta ciò che qui, in Calabria, molti non si aspettavano che venisse raccontato. Certi aspetti, certe vite, certe vicende, certi luoghi, sono noti. Vorrei dividere il giudizio in due parti.
Sul film: lento nella prima parte, ma è un racconto che farà meglio comprendere lo sviluppo delle sequenze finali. Il personaggio del maggiore dei fratelli (l'attore più bravo), credo racchiuda il messaggio che il regista ha voluto trasmettere, una sorta di ribellione da un contesto dal quale, nella vita reale, è molto più difficile emanciparsi. Un pò troppo teatrale in alcune scene, ma ciò che era importante era parlare non della storia della 'ndrangheta e della sua rinomata ferocia, ma una storia sulla (dis)umanità nella quale a volte si è costretti a vivere.
La seconda parte del giudizio riguarda più che altro le reazioni che ho visto al cinema: la maggior parte della gente esce quasi delusa perchè molti, qui, si aspettvano forse un documentario sulle faide, una guerra in stile gangster movie, con quel subdolo ma pericolosissimo senso di soddisfazione che si ha nel sapere di essere parte di queste terre criminali. Si combatte la mafia a parole, ma poi nei fatti c'è una sorta di orgoglio nel dire "abbiamo l'organizzazione criminale più potente del mondo". Insomma molti volevano vedere confermata questa forza perchè credo che da queste parti, in fondo, siamo tutti un pò 'ndranghetisti nell'atteggiamento. Felice che questo stupido orgoglio sia stato spiazzato dalle scelte del regista.
massapucci  30/09/2014 20:16:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Commento interessante. Lei ha parlato con "lingua dritta", direbbero i pellerossa.
Cosa sarebbe la Calabria di oggigiorno se le togliessimo la 'Ndrangheta? Sarebbe l'ultima regione d'Italia; la più presa in giro; quella dove <<è stata uccisa la speranza pura>>, per citare Pasolini. Ed ecco che per i Calabresi la 'Ndrangheta è motivo di segreto orgoglio, e l'identificazione con essa è l'unico mezzo per esistere davanti al mondo! La realtà, triste, molto triste, è questa.
Da notare come i Calabresi siano allo stesso tempo orgogliosi - sul serio! - dei corregionali loro che si oppongono e/o combattono la 'Ndrangheta - vedi Gratteri.
Perché se si ridesse, se lo Stato Italiano ridesse un po' di dignità a questa terra, la 'Ndrangheta avrebbe molte meno ragioni di esistere.
Il problema è che lo Stato se ne è sempre fregato. Non è qualunquismo, non è generalizzazione. E' la realtà dei fatti.
Saluti da un Calabrese.
ivanello  01/10/2014 17:41:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il problema ha radici profondissime e non credo possa essere esaurito nei nostri commenti. Grazie ad entrambi per le risposte comunque. Avete sintetizzato il senso del mio intervento. Verissimo quando dici che si è capaci al contempo di esaltare Gratteri e il male che Gratteri combatte: in una terra che non dà opportunità, si prende tutto ciò che si ha, lo si esalta e si vuol far notare questa esaltazione, soprattutto all'esterno. E allora si è orgogliosi del bel mare e dei bellissimi paesaggi quasi come lo si è quando al telegiornale si parla dell'ennesimo dramma causato dalla 'ndrina di turno. Ecco che, forse non del tutto consapevoli, noi calabresi (voi mi conoscete ma vi assicuro che io non sono così :P) proviamo un senso non dico di soddisfazione, ma una sorta di simbiosi col fenomeno. Poi ribadisco, nascere e vivere in questo contesto non è facile perchè poi tale contesto diventa la normalità e discernere bene il limite tra giusto e non giusto non è poi così è semplice. Lo Stato ha davvero grosse resposanibilità, anzi lo Stato è la responsabilità poichè come istituzione qui davvero non si capisce dove inizi l'uno e dove inizi l'altra. Non voglio generalizzare perchè c'è gente che ha pagato con la vita certe scelte coraggiose e non è davvero semplice - per richiamare il film - "uccidere il proprio fratello" (nel senso svincolarsi dalla abitudine a certi comportamenti) quando è la tua natura ad averti fatto tutt'uno con questa *****. Ed ecco che un'opera come questa qui ha scandalizzato, semplicemente per

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ivanello  01/10/2014 17:43:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
la parola censurata era mer** :P
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  30/09/2014 23:45:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non so quanto del linguaggio della mafia sia da equiparare a quello della ndrangheta, ma diamine questa è un'eccellente lettura come dire fuori dai denti... io credo comunque che sia la stessa cosa di un ragazzo normale che si sente gasato perché amico di un ultrà violento, lo dico perché è un problema molto italiano, questo. Ciao Calabrese, conosco le tue parti e sono al di là di tutto dei bei posti
ivanello  01/10/2014 17:46:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho risposto a tutti e due i messaggi nella replica qui sopra :)