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SIN CITY - UNA DONNA PER CUI UCCIDERE regia di Robert Rodriguez

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  08/10/2015 12:49:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Inevitabile il confronto con il primo "Sin City", trascinante e, per chi scrive, felicissimo connubio tra il mondo dei fumetti e quello cinematografico. A distanza di 9 anni (decisamente troppi) giunge il tanto atteso sequel; il materiale di partenza è sempre quello cartaceo ideato da Frank Miller - qui nelle vesti di sceneggiatore- mentre in cabina di regia si posiziona ancora il fidato Robert Rodriguez. Questa volta il tentativo di trasformare il disegno in qualcosa di valido anche per il grande schermo riesce solo a tratti. Questo per via di una sceneggiatura poco accattivante abitata da personaggi incapaci di manifestare il loro potenziale, poi si percepisce una sgradevole sensazione di compitino svolto frettolosamente con incastri narrativi elementari e psicologie di prassi. In ultimo gli scenari sono meno suggestivi e la violenza mai "malata".
Secondo il noto schema la pellicola si snoda su quattro episodi intersecati tra loro per lo più in maniera marginale. Quello con protagonista il picchiatore Marv è abbastanza gratuito, un incipit senza particolare mordente. A seguire si resta più soddisfatti dalle storie del "rounders" Johnny e soprattutto dalla femme fatale Eva Green, punta di diamante del progetto e probabilmente unico motivo per non archiviare velocemente il tutto. La folgorante attrice ha il carisma e l'attitudine giusta per essere la classica predatrice da noir, ragazza indifesa e gatta morta alla bisogna, in realtà manipolatrice spietata e seduttiva sempre a suo agio in versione discinta.
A dispetto di un finale troppo veloce l'episodio che la vede protagonista insieme a Dwight (c'è Josh Brolin a sostituire Clive Owen) è sicuramente il più convincente. Molto meno efficace e sinceramente più fragile quello con Nancy (una monotona Jessica Alba) in cerca di vendetta spalleggiata dal fantasma di Hartigan (Bruce Willis in versione evitabile tipo "Sesto senso"). Altrettanto inutili i cameo di Christopher Lloyd e Lady Gaga, mentre personaggi vecchi (tornano le prostitute killer guidate da Rosario Dawson) e nuovi, si ergono ad angeli vendicatori di un potere arrogante e crudele.
Scema l'effetto sorpresa sortito dal bianco e nero con spiazzanti esplosioni di colore, ma più che lo stile visivo è proprio la storia a girare a vuoto. Passabile, anche se attendersi qualcosa di meglio era lecito.