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PEREZ. regia di Edoardo De Angelis

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Spotify     7 / 10  18/11/2016 01:19:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
--- PRESENTI SPOILER ---

Validissimo noir italiano, fa piacere vedere che ogni tanto riusciamo ancora a realizzare dei prodotti fatti bene e aventi una logica. Poi certo, purtroppo il bel vecchio cinema nostrano non c'è più da un pezzo e come ben sappiamo oramai vengono girate solo le solite commediole tutte uguali ma, tuttavia, ci sono ancora dei registi che hanno un po' di pudore e che, come nel caso di Edoardo De Angelis o ancora di Stefano Sollima (vedi "Suburra" uscito nel 2015), riescono a dimostrare che la settima arte italiana ha ancora qualcosa da dire.
Il film in questione non spiccherà certo per originalità, però si trascorre un'ora e mezza davvero piacevole e cattura lo spettatore sin dalla prima scena.
La storia si svolge a Napoli e vede protagonista Demetrio Perez, un avvocato d'ufficio depresso e conducente una vita grigia e triste, nonostante tempo addietro era uno dei migliori nel suo campo. L'unica cosa che gli rimane e alla quale l'uomo tiene veramente, è la figlia Tea. Quando viene arrestato un potente boss della camorra, Luca Buglione, costui si offre come cliente a Perez. Il camorrista, che si mette subito a collaborare con la giustizia, fa un'ambigua proposta al suo avvocato: in una fattoria di bufali che si trova a Villa Literno, uno degli animali ha nella propria pancia una partita di diamanti che vale una fortuna. L'avvocato deve recuperarli e portarli al boss. L'uomo accetta, e in cambio il criminale deve fornire alla giustizia e in primis a Perez stesso, delle informazioni su Francesco Corvino, un delinquente che si è fidanzato con Tea. Perez vede così la possibilità di riscattarsi, anche se ciò potrebbe avvenire non nella maniera più onesta possibile. La faccenda però diventerà poco a poco un gioco molto pericoloso.
De Angelis quindi confeziona una pellicola che sa il fatto suo, una pellicola che pur avendo una trama semplice, riesce a colpire nel segno.
Il regista, secondo me, si gioca benissimo la carta della location, ci mostra una Napoli avente un misterioso fascino oscuro, una città che conduce un perverso gioco dove bisogna essere furbi, scaltri e veloci. Un gioco che ha delle regole precise e alla quale bisogna sottomettersi, perchè appena si infrange una delle regole il gioco finisce con esiti drammatici. Le scelte che si compiono all'interno di questa partita non sempre, come appunto nel caso di Demetrio Perez, sono giuste, ma purtroppo a volte sono necessarie se si vuol vincere il match.
Quindi il director non ci mostra la solita Napoli nelle sue zone più degradate dove è lecito aspettarsi di tutto e di più, ma ci fa vedere la parte più elegante della città, la quale nasconde i suoi segreti più grandi.
Tutto ciò è perfettamente abbinato ad una strepitosa fotografia che da al film quell'impronta noir necessaria. I toni grigi creano un'atmosfera cupa e allo stesso tempo affascinante, caratterizzando Napoli in un'altra ottica, più fredda e lugubre rispetto alla vivacità e alla solarità che da sempre sono i marchi di fabbrica del capoluogo campano.
L'elemento che però, da alla pellicola la marcia in più, è l'interpretazione impeccabile di Luca Zingaretti. La prova dell'attore romano è davvero esemplare, riesce ad impersonare la tristezza e la solitudine, trasmettendo allo spettatore una strana sensazione di malessere.
Da veramente un'aria particolare all'avvocato, depressa ma allo stesso tempo carismatica. Inoltre ci fa provare quasi una specie di empatia nei suoi confronti.
Poi Zingaretti si cimenta bene nei dialoghi in dialetto napoletano, e io, più di chiunque altro, so quanto il dialetto partenopeo possa essere difficile da parlare, essendo originario di quelle parti.
Espressioni dell'attore mai banali e sempre riuscitissime, serie e professionali.
Molto bravo anche Massimiliano Gallo nel ruolo del boss Luca Buglione. Interpretazione carismatica e grintosa. L'attore esprime anche molta eleganza, infatti, è vero che il suo è il ruolo di un camorrista, però è un camorrista intelligente, subdolo, sa perfettamente quello che fa e che dice ed ha una propria ricercatezza. Quindi in una sola recitazione, Gallo, riesce a fondere con successo cattiveria e una certa classe, le quali caratterizzano Luca Buglione.
La regia di De Angelis è efficace: innanzitutto, come già ho scritto in precedenza, il regista valorizza moltissimo l'ambientazione, la fa sua, la modella come vuole, rendendola una specie di scacchiera dove ognuno deve riflettere attentamente riguardo le proprie mosse. La direzione degli attori con rispettiva caratterizzazione dei personaggi, eccetto Marco D'Amore/Francesco Corvino (ne parlerò dopo), è molto buona, tutti son fatti calare benissimo nella dura realtà napoletana. Con Zingaretti in particolare viene fatto un lavoro eccellente, il director riesce a fargli incarnare la più completa apatia. Anche Gallo è reso benissimo nei panni di Luca Buglione, un criminale molto intrigante.
Il ritmo è scorrevole, 90 minuti che si passano in maniera davvero piacevole, De Angelis riesce a non far calare mai la tensione e seppur la narrazione potrebbe apparire in maniera un po' stereotipata, alla fine funziona grazie alla sua vivacità e a 1/2 colpi di scena ben congegnati.
La suspense non manca, ci sono alcuni momenti in cui si sta col fiato sospeso, ad esempio tutta la sequenza del tentativo di recupero dei diamanti.
Il finale è discreto, forse perde un po' rispetto al resto della pellicola, è girato un pochettino di fretta, però ha il merito di conservare ancora dell'ottima suspense.
La sceneggiatura è la cosa che ha dei vistosi difetti, ad esempio ho trovato tutto l'epilogo un po' forzato, troppo semplicistica come avviene "la resa dei conti". Poi è veramente maldestra la stesura di Francesco Corvino, descritto in maniera approssimativa e rozza, eppure sarebbe dovuto essere una figura importante nell'economia di "Perez". Alla fine finisce per essere un soggetto secondario. Altra cosa che viene mal gestita è l'immagine di Ignazio Merolla, personaggio al quale forse si da anche troppo spazio, ma poi la sua storia si scopre molto interessante e quando lo spettatore vorrebbe saperne di più, ecco che tutto finisce con la sua morte improvvisa e un po' arronzata. Infine si ha la sensazione, che per quanto l'impianto narrativo sia complessivamente buono, manca quell'episodio, quel momento che fa salire in cattedra la storia. Il resto dello screenplay è decente, abbiamo delle buone stesure di Demetrio Perez e Luca Buglione, dei dialoghi frizzanti e mai noiosi e una narrazione veloce e ben impostata.
A livello registico, l'unica, o una delle poche, note stonate di De Angelis, è la direzione di Marco D'Amore. Il personaggio di Francesco Corvino, non è per niente affascinante, non trasmette quell'interesse e quella curiosità che dovrebbe trasparire. Va detto che, anche lo stesso Marco D'Amore non fa una performance eccezionale, anzi, piuttosto deludente. Dopo gli ottimi riscontri di "Gomorra", pensavo ad una prova con i fiocchi dell'attore casertano, essendo quello del camorrista un ruolo che gli sembra cucito addosso, invece si è limitato a fare il minimo sindacale. Prestazione insipida.
Musiche senza infamia e senza lode.

Conclusione: un noir registicamente ben fatto, abbiamo l'opportunità di vedere Napoli in una veste diversa, forse mai vista così prima d'ora. Luca Zingaretti in un eccellente interpretazione. Peccato per le grossolane pecche, altrimenti poteva essere una pellicola davvero importante.
Un buon film anche se dal retrogusto amarognolo.

7-