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IL REGNO D'INVERNO - WINTER SLEEP regia di Nuri Bilge Ceylan

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Invia una mail all'autore del commento LukeMC67     9½ / 10  13/11/2014 21:50:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bergman, Antonioni, Haneke, Storaro, Cecov e forse pure Tolstoj sembrano essersi fusi in salsa anatolica nella mente di Nuri Bilge Ceylan per partorire un gioiello mefitico, tanto bello e curato nella forma quanto spietato e giustamente insistito nei contenuti.
Tre ore e sedici minuti di violenza e sopraffazione psicologica allo stato distillato puro, la cronaca puntuale e senza veli di una faglia tettonica (sociale) che si rompe con un semplice sasso lanciato da un bambino sul vetro di un fuoristrada. Basta così poco a provocare un terremoto devastante nella piccola comunità anatolica dominata dal padre-padrone "progressista" (sedicente) Aydin: tutti i rapporti umani della piccola comunità implodono ad uno ad uno senza fare il minimo rumore ma anche senza scalfire nessuna delle tante, tantissime questioni irrisolte che abitano ognuno di questi montanari rinchiusi nei loro "Sassi". Anzi, dopo essersi feriti e dilaniati a morte l'uno con l'altro in una sarabanda di parole e gesti perennemente fraintesi (in peggio) a causa dei sensi di colpa che li sopraffanno, tornano disciplinatamente e inesorabilmente ai loro posti mentre tutto intorno il paesaggio si ammanta e si cristallizza di neve e nel freddo glaciale.
Diretto e montato con una perizia, una meticolosità e un'attenzione del dettaglio che mi ricordano Haneke, riempito di dialoghi intensi, fluenti e taglienti che mi ricordano il Bergman delle "Scene da un matrimonio" o di "Sussurri e grida", fotografato con un senso del sublime e dell'estetica che mi ha rimandato a "Blow up" di Antonioni, Ceylan descrive come meglio non si poteva la vigliaccheria e l'ignavia umana. Cecovianamente.
Splendido e crudele, una Palma d'oro veramente coraggiosa ma meritatissima.