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IL REGNO D'INVERNO - WINTER SLEEP regia di Nuri Bilge Ceylan

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     9 / 10  16/11/2015 18:09:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A Ceylan si è imputata la mancanza di sostanza, di pragmatismo nei contenuti nei 3 film successivi a Uzak che fino all'anno scorso rappresentava il suo punto più alto, per chi ha avuto il piacere di conoscerlo ancor prima della palma d'oro c'era la sensazione che il turco prima o poi al capolavoro ci arrivava.
Dopo Uzak in regime di austerity, cinema minimalista, per obbligo ed esigenza, tanto che non ha mai sciolto legami professionali a quelli familiari, sua moglie scrive lui fa tutto il resto compreso recitare, ha realizzato 3 opere sensazionali dal punto di vista formale un po' scarne da quello contenutistico, con 'Winter Sleep' al di là dei riferimenti a Cechov e Shakespeare o dal cinema di Tarkovskij (citato in Uzak) personalmente mi ha rimbalzato alla mente il cinema di Ozu, lunghi tragitti verbosi scanditi da tazze di thé (saké con il nipponico), fotografate staticamente da poche inquadrature, pacate, al di fuori dai toni accesi, dal gesticolare, dall'accompagnamento di una recitazione espressiva, evita tutto questo, flussi di 30-40 minuti di dialoghi e sebbene iterati non crollano mai nella monotonia, borghesia che parla del più del meno con un linguaggio forbito ma non magniloquente.
Aydin personaggio dalla quale si rimane affascinati, dotato di una suadente affabilità i cui gesti anche più ambigui non si travisa altro che bontà e magnanimità, in oltre 3 ore non stanca mai anzi Ceylan ce lo fa scoprire di volta in volta, gradualmente, attraverso una serie di confronti, con la sorella oziosa, con l'imam che si schiavizza verbalmente e fisicamente (con il nipote) per un prolungamento del debito, con la giovane moglie 'rinchiusa' nell'ala opposta del castello dorato tra comfort e servitù ma spogliata della propria autonomia.
Per fortuna in giuria c'era Jane Campion.