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CLASS ENEMY regia di Rok Bicek

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marcogiannelli     7½ / 10  25/09/2018 09:46:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Può contenere un minimo di spoiler.
Beh, per essere a quel tempo un 28enne direi che il regista ha tirato fuori dal cilindro un film di una maturità incredibile.
Si parte con la contrapposizione tra l'insegnante donna che deve lasciare il posto per la maternità il nuovo insegnante uomo, insegnanti di tedesco, che immagino che in Slovenia sia comparabile all'inglese per noi. Lei è amica degli studenti, gli riserva voti buoni, concede loro di fare un po' tutto quello che vogliono. Lui al contrario sembra una persona seria, severa, attentissimo all'educazione, quasi autoritario. Insomma sembra buona vs. cattivo. Ma in realtà non è così, non ci sono buoni o cattivi e le stesse figure che inizialmente sembrano positive diventano poi negative e viceversa.
Zupan parla solo in tedesco, è quello il suo metodo di insegnamento, non viene a patti. E' freddo anche nel comunicare la morte di una compagna alla classe (che qualche giorno prima aveva affrontato da solo per capire cosa ne volesse fare della propria vita), anzi sembra sfruttare la cosa per fini accademici, sfidandoli usando Thomas Mann (che in realtà sarà il motore letterario di tutto il film). Però ad un certo punto lo spettatore (io personalmente, fin da subito) capisce che Zupan non è una m**da, ma è un uomo che ha una saggezza profondissima. Per quanto la morte di qualcuno sia un dolore indescrivibile, lui come educatore sente il compito di cogliere la palla al balzo e trasformare dei ragazzi che sono incoscienti, per nulla maturi, fuori dalla realtà in delle persone vere e proprie.
I ragazzi però approfittano a loro volta dell'episodio per accusare il professore dell'accadimento per via dei suoi metodi nazisti. Attaccano lui in primis, ma poi anche il sistema scuola, ma è evidente che tutto quello che faranno sarà per un tornaconto personale che poco ha a che vedere con la loro compagna.
I personaggi, anche quelli dei ragazzi, sono ben sfaccettati, dopo mezz'ora si ha una chiara idea dei caratteri generali di tutti.
Magnifica la scena dell'incontro con dei genitori inadatti e in cui preside e professore li tengono in pugno con poche frasi chiave, così come quella delle maschere in cui ascoltiamo le parole di Mojca mentre l'immagine delle maschere si alternano a un flash back di Sabina che si aggira per i corridoi. Ultima citazione alla scena finale in cui

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