Niko.g 7½ / 10 25/09/2013 18:11:27 » Rispondi Forse è il film che più rappresenta Woody Allen, autore ateo, pessimista, amante e vittima della psicanalisi. Leonard Zelig è un camaleonte generato dalla nevrosi, dalla continua tensione tra l'omologazione e l'annullamento dell'individuo. E' un film divertente, realizzato con una tecnica superlativa e un livello di falsificazione notevole. Unica pecca: la forte impronta celebrale e la carenza di "cuore". Un tipico degli atei e dei pessimisti.
scantia 25/09/2013 22:09:25 » Rispondi Un bel commento rovinato da una sciocca e inutile chiusura polemica: un tipico di chi è convinto di possedere la...Verità.
Jellybelly 26/09/2013 09:41:37 » Rispondi Infatti. Niko, risparmiaci i tuoi giudizi su chi non la pensa come te, per favore; limitati a commentare il film.
Niko.g 09/10/2013 15:15:03 » Rispondi Come mai non sei intervenuto con la stessa premura, a difendere gli utenti offesi dal commento di fiesta a "Salò"? Rientra anche questo nella cialtroneria che ti attribuisci oppure è un voler usare "due pesi e due misure"?? Perché vedi, tu sei ateo, ma a me le feci fanno schifo.
Niko.g 09/10/2013 15:43:18 » Rispondi Cosa avresti fatto? Gli hai detto di aggiungere un po' di materiale al commento, ma sulla seduta alla tavola calda non hai fatto altro che concordare con lui.
Jellybelly 09/10/2013 15:49:09 » Rispondi Certo, perché ha ragione: mica ha detto "dovrebbero sedersi", ma "si sarebbero seduti", e se tu avessi capito il film avresti anche compreso il suo riferimento colto: per la precisione, tu saresti stato il vescovo. Comunque ora vado a specificargli che quando commenta il film deve lasciar perdere i commenti sugli altri utenti, così ti rassereni.
Niko.g 09/10/2013 17:09:06 » Rispondi Oh ma io il film l'ho capito benissimo, non preoccuparti. Solo che per condannare il potere deviato e le perversioni sessuali, Pasolini è proprio l'ultimo che mi verrebbe in mente. Io sarei stato il vescovo? A me invece tu sembri quel giudice, pensa.
Niko.g 26/09/2013 11:31:07 » Rispondi A dire la... verità è una semplice constatazione, senza fini polemici
Jellybelly 26/09/2013 11:37:11 » Rispondi Non è una constatazione, ma un'opinione. Io da ateo potrei obiettare che quello senza cuore (per i miei standard di cuore, ovviamente) mi sei sembrato tu in molte circostanze, tu potresti rispondere lo stesso. Quindi evitiamo a monte queste frecciate.
Niko.g 26/09/2013 12:22:46 » Rispondi L'approccio razionale al tutto da parte degli atei non credo sia una mia opinione, ma un fatto riconosciuto dagli atei stessi. Non c'era alcun intento polemico da parte mia, soprattutto in un periodo in cui atei e credenti stanno avendo un romantico rapporto epistolare...
Jellybelly 26/09/2013 12:29:27 » Rispondi La razionalità non esclude affatto il cuore, che c'entra. Comunque ci siamo capiti. In effetti ultimamente controllo sempre la posta, di questo passo una letterina da qualche papa me l'aspetto pure io...
Niko.g 26/09/2013 13:15:11 » Rispondi Non credo tu abbia capito cosa intendo per cuore in questo caso. L'ho messo pure tra virgolette.
scantia 26/09/2013 21:14:59 » Rispondi Cosa intendessi è chiaro, quello che anche io da ateo non ho gradito è aver trasformato un atteggiamento di Allen in luogo comune che riguarda tutti gli atei come categoria, che è appunto una sciocchezza.
scantia 26/09/2013 23:40:21 » Rispondi l'approccio razionale ad ALCUNI aspetti della realtà, sai, abbiamo anche quell'antico vizio del relativismo...
Romi 04/10/2013 17:45:58 » Rispondi ciao Niko, bel commento ma su una cosa non sono d'accordo, l'assenza di cuore o di sentimento. E' vero che Allen abbia del pessimismo di fondo, ma la fine del film è molto bella ricca di significato umano e poetico, non certo senza cuore. Infatti l'unica cosa che può salvare Leonard Zelig è proprio l'amore, l'amore di una donna lo riporterà ad accettarsi così come è, nonostante tante difficoltà.... Quindi concluderei che la morale del film è proprio incentrata sull'amore vero, l'unico che può sanare le ferite dell'animo umano. Tutti noi possiamo, in qualche modo, essere dei Leonard Zelig, tutti vogliamo essere accettati e amati, a volte senza rendercene conto ci omologhiamo pur di non essere rifiutati. Nel film tutto è portato al paradosso, tutto è esasperato ovviamente, ma l'insegnamento è bellissimo e non così pessimista come lo vedi tu. In questo film Allen mette in evidenza un aspetto molto importante dell'esistenza: cioè che bisogna essere se stessi, che non bisogna rinunciare alla propria personalità e soprattutto all'amor proprio. Ed è proprio la mancanza di amore che provoca in tutti noi spesso la disistima. E' un film prettamente sull'amore con la A maiuscola, quindi non direi proprio senza cuore.
Niko.g 05/10/2013 14:48:52 » Rispondi Ciao Romi! Senza dubbio dal film si può trarre un bel messaggio come tu hai ben evidenziato. Il pessimismo era più riferito alla persona di Woody Allen che al film, al quale invece attribuisco un'impostazione razionale legata al ruolo centrale della psicanalisi, attraverso cui tutto filtra, anche il sentimento (non dimentichiamo che le sedute di ipnosi da parte della dottoressa Fletcher, hanno un ruolo determinante nella guarigione di Zelig). La tua lettura del film è molto generosa ed è anche bello che tu ci veda l'amore con la A maiuscola. A me sembra che il superamento dei problemi di Zelig sia rappresentato in modo meccanicistico. La conclusione non va oltre uno sbrigativo e freddo passaggio di cronaca, sproporzionato rispetto al drammatico vissuto del protagonista, quasi come se Allen non volesse cadere in ciò che molti si sarebbero limitati a chiamare "retorica del sentimento" e che personalmente avrei trovato vincente in un film come questo, non ritenendola affatto retorica. Però, da Allen non mi aspettavo il contrario.
Romi 24/10/2013 11:54:58 » Rispondi Si, Allen è indubbiamente un pessimista. Nei suoi film c'è sempre un riferimento alla psicoanalisi, anche se non credo che lui ne abbia una buona opinione... infatti la tenacia di questa donna, in un primo momento, spronata solo dall'ambizione diventa amore, tenerezza per il suo paziente. Solo così risulta vincente. E' vero che certi aspetti sentimentali non sono, magari, ben dichiarati da Allen, ma il finale lascia intendere abbastanza bene che la soluzione alla sua malattia è l'amore che ha ritrovato. A me sembra un chiaro messaggio. Ma capisco che magari tu avresti voluto un messaggio più esplicito anche se Allen poteva scadere nella retorica. Ma secondo me non ha voluto eccedere in qualcosa che già era abbastanza chiaro in un film in cui il suo lato ironico è sempre predominante.
Niko.g 24/10/2013 19:40:30 » Rispondi Già… probabilmente ho preteso troppo dalla cinica ironia di Allen :) Però mentre di fronte al sentimentalismo di certi film, c'è sempre un nutrito schieramento di critici e puntigliosi, raramente accade il contrario e se un film eccede nel senso opposto, non gli si riserva lo stesso trattamento. Io invece credo che si debbano criticare entrambi gli eccessi, ovviamente sempre in rapporto al genere e al tema trattato. Ad esempio "Basta che funzioni", altro manifesto alleniano, è un concentrato di cinismo all'ennesima potenza, dieci volte più celebrale di "Zelig", ma talmente divertente e ben confezionato che gli si può anche perdonare la discutibile morale. A proposito, se non l'hai visto, te lo consiglio.
Romi 25/10/2013 13:14:47 » Rispondi grazie per il suggerimento! :)