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BOYHOOD regia di Richard Linklater

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  31/10/2014 01:25:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non so che fine abbiano fatto gli altri 15' ma si, il film e' magnifico. Ed e' esattamente tutto cio' che mi sarei aspettato di vedere. Linklater filma un Heimat americano che al di la' della sperimentazione stilistica si gusta per la semplicita' minimale, da racconto Carveriano, della storia. Ed e' una di quelle esperienze cinematografiche che se non ti cambiano la vita ti aiutano a vedere il mondo e te stesso in una diversa prospettiva. Anche se il tutto e' fortemente radicato nella realta' americana, dove le piccole citta' sono piccole province e le metropoli lontane dai sobborghi indicano grandi desideri da realizzare.
Ed e' un filo temporale ininterrotto ma fluido, anche se poi il regista commette un solo grande errore, comunica...troppo iniettando le pretese filosofiche ed esistenziali del suo cinema nelle fisime del suo protagonista. Troppo pretenzioso per i miei gusti. Credo che Boyhood si apprezzi nei tanti spunti correnti, ed e' dove il film diventa grandissimo. Per quanto fumoso verso l'epilogo (modello "Waking life") ma riflette sulla vita in tanti modi specifici antitetici e liberali. Tipo puo' una madre irregolare crescere bene i propri figli? O uno scapestrato essere un ottimo padre? Puo' la disciplina seminare odio quando il rigore colma frustazioni e poverta' intellettuale? O la virtu' della sapienza trasformarsi in insoddisfazione esistenziale? Vedi la vita per quella che e', senza trucchi ne' inganni.
Colonna sonora da Urlo (Dylan, i Beatles, ma anche Vampire Weekend, i Wilco, Arcade Fire, i Flaming Lips: che meraviglia!), e un momento particolare si segnala per la sua intensita', sulle possibilita' troppo longeve o precoci. Un figlio 18enne e una madre adulta sembrano entrambi, e allo stesso modo, vedere un"cerchio che si chiude"