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DRUGSTORE COWBOY regia di Gus Van Sant

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Spotify     6½ / 10  24/07/2016 04:38:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
PRESENTI SPOILER

Buon film di un Gus Van Sant alle prime armi. Nonostante il tema non sia originale, il regista si gioca validamente le sue carte e dirige un film che funge un po' da anticipatore a "Trainspotting" di Danny Boyle, uscito 7 anni più tardi. Alla fine della visione, ho avuto una strana impressione e cioè che "Drugstore Cowboy" assomiglia molto ad "Arancia Meccanica". Se ci si fa caso, la sceneggiatura presenta molte similarità col capolavoro di Kubrick, a partire proprio da come si svolge la storia: la prima parte vede i protagonisti commettere rapine, furti e scippi ai danni di persone malcapitate, proprio come nella pellicola del 1971, la parte centrale vede la morte di un personaggio importante che induce i giovani a terminare la loro "attività" ed anche qui ci sono vari riferimenti a "Clockwork Orange" e infine nel finale il nostro Bob, riabilitato completamente subisce una rapina da alcuni conoscenti con i quali prima, era in buoni rapporti. Evidente l'ennesimo richiamo al lavoro di Stanley Kubrick, ovvero la scena dove Alex viene pestato dagli ex drughi. Insomma, io ho visto uno screenplay fin troppo ispirato ad "Arancia Meccanica" e la cosa non mi è andata proprio a genio, in particolare per due motivi: il primo è che il film sopracitato non dovrebbe venir mai ripreso, neanche parzialmente, in altri prodotti cinematografici per via della sua importanza unica. Il secondo presupposto, è che a causa di troppa somiglianza con "Clockwork Orange", "Drugstore Cowboy" risulta un po' limitato, visto che la farina degli sceneggiatori non è tutta del loro sacco. Detto questo, l'opera ha però diversi lati positivi, tanto da conferirgli la sufficienza piena: buonissima l'interpretazione di tutti gli attori, in particolare Matt Dillon che pur essendo all'epoca soltanto venticinquenne, dimostra personalità e talento da vendere. Il suo ruolo non è facile da interpretare, ci vuole molta credibilità e l'attore di New Rochelle riesce nell'intento. La recitazione del ragazzo raggiunge ottimi livelli, specialmente nelle sequenze dove risulta completamente ossessionato dal prossimo colpo da compiere, tanto da trascurare con cinismo la propria ragazza. Le espressioni sono buone così come l'interpretazione dei dialoghi. Discreta la prova di Kelly Lynch, ancora prematura si, ma dimostra di saper stare davanti alla cinepresa. La regia di Van Sant è ancora acerba, ma tuttavia il director riesce a dare un buon ritmo alla storia, narrando gli eventi con una discreta spigliatezza e rendendo sempre più intrigante l'epilogo del nostro Bob. Inoltre non ci si annoia mai e si passano 95 minuti molto piacevoli. Realizzate bene le scene dei furti mentre la caratterizzazione dei personaggi non è perfetta, in quanto solo il personaggio che impersona Dillon ha un suo perchè mentre gli altri sembrano solo degli elementi supplementari. Il finale è ben fatto, mi è piaciuta molto in particolare tutta la sequenza della colluttazione tra Bob e i due aggressori. La fotografia è parecchio mediocre, molto scarna, sembra quasi di stampo amatoriale. La sceneggiatura, oltre a tutte le somiglianze sopracitate con "Arancia Meccanica", è notevolmente sempliciotta, non c'è mai un grande sussulto, si segue una piatta linearità. Stesura dei personaggi così e così mentre almeno i dialoghi non sono male, hanno un andamento piuttosto fluido.

Conclusione: un lavoro carino di Gus Van Sant, certo, le imperfezioni sono varie però complessivamente è una pellicola che si può promuovere. Un'occhiata gliela si può dare.