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VIZIO DI FORMA regia di Paul Thomas Anderson

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_Hollow_     8½ / 10  08/03/2015 14:37:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Noto con piacere che tutti i voti bassi puntano a criticare il film su una questione che, conoscendo un minimo Pynchon, risulta del tutto secondaria (se non insulsa), ovvero la trama. Ma informatevi prima di vedere un film, trovate il tempo di scrivere commenti insulsi ma di leggere qualcosa prima di vederlo no?
Detto questo, e partendo così dal presupposto che "Vizio di forma" di Anderson non sia un film brutto o mal riuscito, quanto premiarlo risulta forse molto soggettivo. Tecnicamente è decisamente buono, tra piani sequenza come quello del footjob e quant'altro. Pure tutte le caratteristiche del lavoro postmoderno pynchoniano sono ben riprese, con i vari rimandi al pulp, al cinema ecc. Forse è più facile però (anche se da certi commenti non sembra) cogliere la secondarietà della trama rispetto all'atmosfera "sognante", liminale, come in perenne bilico tra realtà e trip acido (in un modo molto simile a "Il grande Lebowski" dei Coen).

Michael Connelly (mi pare) dette il benvenuto a Pynchon tra i colleghi del genere per questo lavoro, ma definirlo un thriller sarebbe del tutto inappropriato proprio per quanto detto. La trama c'è, è divertente, ma non dovrebbe (anzi dovrebbe, ma il lettore/spettatore non dovrebbe farsi ingannare) confondere dal vero intento, che è quello di portare a quella macchina nella nebbia, lontana dal mondo (in questo caso la California post Altamont) e, allo stesso tempo, al salvataggio di una famiglia (e di un amore) da parte di Doc Sportello ... insomma, al trionfo della dimensione privata.

"Just us. Together. Almost like being underwater. The world, everything gone someplace else."

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Anche per quanto riguarda i simbolismi, i significati più reconditi, gli indizi ci sono (inferiori rispetto al libro, ma alcuni si possono cogliere facendo attenzione). Di rinascita si parla col sequestro della Golden Fang. Nel libro si può affidarsi alle telecronache NBA (non ho fatto caso a date nascoste durante la visione).

Insomma, un lavoro complesso come ci si poteva aspettare, bello da vedere in superficie (soprattutto se si pensa di andare a vedere del cinema d'essai, un cinema dello sguardo e non narrativo) ma anche profondo, sotto quella superficie (dell'acqua).
_Hollow_  08/03/2015 14:43:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bello quel read more at prima del paragrafetto ... peccato sia solo parte del copia/incolla della citazione soprastante XD
elio91  08/03/2015 14:50:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Al di là di Pynchon, che vagheggia libero nella trama, è proprio il cinema di Anderson che è strutturato e si adatta particolarmente alla mancanza di linearità narrativa. The master e Il petroliere sono degli esempi eclatanti in tal senso.
Vedrò il film e ho molta curiosità ma vorrei prima leggere il romanzo, gli ultimi tre Pynchon mi mancano ancora purtroppo...
_Hollow_  08/03/2015 20:07:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh si, hai ragione, anche se a me Il Petroliere non aveva affatto colpito, idem dicasi, riguardo ai Coen che ho citato per Bukowski, a "Non è un paese per vecchi", che pure ho visto accostato a Vizio di Forma. Li ho trovati entrambi decisamente banalotti in quanto a contenuti, invece m'è piaciuto parecchio quest'ultimo film di Anderson.

Per quanto riguarda i libri diciamo che non sbaglieresti in ogni caso, perché è vero che leggendoli (sia Vizio di Forma che La cresta dell'onda) potresti già avvicinarti decisamente più preparato al film, però alla fine è guardabilissimo anche come opera a sé stante.
elio91  08/03/2015 22:15:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si, mi è stato già detto e mi fido. Ma è una cosa mia... magari sbaglio ma è la prima volta che Pynchon viene portato al cinema e vorrei apprezzare meglio come, leggendo prima il romanzo.
_Hollow_  09/03/2015 03:17:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se riesci resistere prova a far così :), forse leggendo prima il romanzo si può apprezzare ancor di più l'adattamento di Anderson ... che non sempre è fedelissimo ma non senza le sue ragioni.
elio91  09/03/2015 11:23:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Posso immaginare! Pynchon è praticamente impossibile da portare sul grande schermo alla lettera. Ma direi che farlo con qualunque film, anche quelli che più vi si prestano, è controproducente. Tanto varrebbe leggersi il libro altrimenti.