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DESPERADO regia di Robert Rodriguez

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Invia una mail all'autore del commento Aliena     7½ / 10  06/10/2007 21:12:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
trovo questo secondo capitolo dell'epopea mariachiana
abbastanza gustoso
(più che un seguito, una sorta di remake arricchito di tamarrate e banderas)
non è hai livelli di El Mariachi
anche se paradossalmente cinematograficamente è superiore
(ambientazioni più curate, montaggio più attento, musica più hermosa, cast più hollywoodiano, più custodie di chitarre)
il puro musicista sfregiato, con la chitarra che abbaglia ha qui le fattezze del bel tenebroso Antonio,
che si trasforma in un vero e proprio eroe degno delle migliori leggende
…soy.un hombre muy honrado que me gusta lo mejor
las mujeres no me faltan, ni al dinero, ni el amor.
jineteando en mi caballo, por la sierra yo me voy
las estrellas y la luna, ellas me dicen donde voy…
Racconti popolari che rivivono sempre più trasformate fino a sconfinare nell’irreale
sulle lingue gonfie di tequila dei desperados rintanati nelle taverne
in effetti, Rodriguez realizza quanto:
fa rivivere la tradizione propriamente latino-americana
dove le semplici storie iniziali prendono nuova linfa vitale dal manguey
crescono trasformandosi in incredibili leggende
dalle quali gemmano miti da cui sbocciano gli eroi rivoluzionari
(tipo Paddy Garcia ,Pancho Villa, o più banalmente Che Guevara)
Robert riprende la vecchia bellissima storia dell’ingenuo e giovane mariachi
trasformandolo in un mariachi vissuto e ferito che rivive al pari di una narrazione orale
incredibili gesta (ma incredibili sul serio, tipo la custodia che spara)
me gusta tocar guitarra, me gusta cantar el son
mariachi me acompana, quando canto my cancion
me gustan tomar mis copas, aguardiente es lo mejor
tanbien la tequilla blanca, con cu sal le da sabor
Poi ovviamente è Robberto Rodriguez e non Gabriel Garcia Marquez o Frida Kahlo
per cui il suo romanzo burrito-western manca di Centos Años de eleganza
e le sue pennellate di vita sono totalmente tamarre
ma tant’è i latino americani son così, grossolanamente eccentrici e sanguinosamente spassosi
ay, ay, ay, ay
ay, ay, mi amor
ay, mi morena
de mi corazon